giovedì 19 febbraio 2015

Il Palatino, il colle sul quale nacque Roma


                 21 aprile 754/753 a.C.

La leggenda vuole che in questa data Romolo, ucciso suo fratello gemello Remo, abbia tracciato la Roma quadrata sul colle Palatino, fondando ROMA.

Romolo discendeva dalla stirpe reale di Alba Longa: sua madre, la vestale Rea Silvia, era la figlia del re Numitore, discendente di Silvio, il figlio di Lavinia ed Enea.

Il 21 aprile ricorreva la festa di Pales, una divinità italica dei pastori e delle greggi, e dal nome della divinità deriverebbe anche il nome del colle.

Ma il nome Palatino riconduce anche alla leggenda che vede Evrando fondatore della città di Pallante proprio su questo colle.

Il Palatino era uno dei sette colli di Roma che si trovava vicino al guado del fiume Tevere (isola Tiberina), su tre lati era isolato, mentre sul quarto era collegato all'Esquilino dalla Velia (colle sbancato quando fu costruita Via dei Fori Imperiali).
Si trovava in un'ottima posizione per controllare un emporio fluviale posto sulla riva sinistra del fiume, con fiera del bestiame e mercato della verdura: il Foro Boario e il Foro Holitorium.

Fonti archeologiche rivelano che in realtà i primi insediamenti sul Palatino risalgono al Paleolitico Superiore (35.000/10.000 anni fa).

ricostruzione del primo villaggio sul Palatino
Si sono trovate all'inizio del secolo scorso nella zona del Palatino chiamata Germalo, tre capanne, le cosiddette Capanne Romulee, o meglio i fori scavati nel tufo per i pali di sostegno di queste abitazioni arcaiche risalenti al VIII secolo a.C. (coeve alla leggendaria fondazione di Roma).

Capanne Romulee
La capanna più grande (4,9m X 3,6m) aveva lungo il suo perimetro ovale 7 fori più un foro centrale che serviva a sostenere il tetto spiovente di paglia.
Le pareti erano di canne ricoperte d'argilla.
Una piccola finestra sul tetto serviva a fare uscire i fumi del focolare, mentre lungo il perimetro esterno correva un canale per il deflusso delle acque piovane.

modellino di una delle Capanne Romulee
ricostruzione di una capanna
E' proprio qui, nell'area nord-ovest del Palatino, che venne in seguito costruito il santuario della Casa Romuli, ovvero il luogo dove la tradizione diceva ci fosse stata la casa dove Romolo e Remo furono allevati dal pastore Faustolo e da sua moglie Acca Laurentia.
Questi li avevano trovati nella Grotta del Lupercale, nella zona paludosa del Velabro, dove erano allattati da una lupa.

area sacra
Accanto alle memorie romulee sorgeva una zona sacra recintata con altari e cisterne; poi furono costruiti due templi: quello dedicato alla Victoria e quello dedicato alla Magna Mater-Cibele.

Il Tempio della Victoria fu costruito nel 294 a.C. dal console Lucio Postumio Megello dopo la vittoria di Roma sulle popolazioni italiche.
Sono state ritrovate teste fittili pertinenti il frontone del tempio.

area del Tempio della Vittoria

Sempre in quest'area, situato dietro le Capanne Romulee, si trovava il Tempio di Magna Mater-Cibele.

area sacra dei templi
Oggi rimane solo parte del basamento su cui poggiava, un tempo rivestito di blocchi di peperino.
Il tempio, preceduto da una scalinata, era a pianta quadrata e presentava sei colonne sulla facciata.

statua della Magna Mater (Museo Palatino)
Fu costruito per voto del Senato nel 204 a.C. di fronte all'avanzata di Annibale.
La dea alla quale era dedicato era una divinità dell'Asia Minore che aveva aiutato Enea nella sua fuga da Troia, e che avrebbe aiutato anche i Romani che consideravano l'eroe greco il loro progenitore.

La Dea era rappresentata da una pietra nera di forma conica, portata da Pessinunte.
Per lei venivano celebrati i Ludi Megalenses, che comprendevano rappresentazioni sceniche e rituali cruenti.

In quest'area sono stati ritrovati statuine e oggetti votivi e la statua della dea a cui era dedicato il santuario, che viene conservata nel Museo Palatino.


statuette votive ritrovate presso il Tempio della Magna Mater (Museo Palatino)

Tra i due templi si colloca un terzo tempio più piccolo del I secolo a.C. e poi ricostruito nel II secolo d.C. posto su un podio in opera laterizia: si pensa sia stato l'Auguratorium, il luogo dove gli auguri, rivolti verso sud-est, osservavano il volo degli uccelli per trarre gli auspici, oppure sia stata l'edicola di Victoria Virgo fatta costruire da Marco Porcio Catone.

Le cisterne circolari scavate nel tufo e intonacate, del IV secolo a.C., che si trovano in questa zona di templi, furono costruite per raccogliere l'acqua, ma vennero successivamente utilizzate per scarico di materiali votivi dedicati ad una divinità femminile più antica di quella dei templi vicini.

una cisterna vicina ai templi

Dalla zona del Velabro saliva sino al Tempio della Vittoria il Clivus Victoriae.
Di questa strada si conservano dei basoli che appartengono all'epoca in cui fu trasformata in via coperta (II/I secolo a.C.).
Lungo la via vi era una fontana pubblica, una delle più antiche della città (III secolo a.C.).

Altra antica via d'accesso al Palatino erano le Scalae Caci, costituite da rampe e gradoni.
Prendevano il nome dal gigante Caco, il pastore avversario di Ercole, al quale aveva rubato la mandria di buoi, e dal quale verrà ucciso.
Le scale passavano proprio nella zona della Casa Romuli.

erma doppia di Dioniso e Apollo ritrovate vicino le Scalae Caci (Museo Palatino)

In età arcaica il Palatino era la dimora di ricchi notabili.

Palatino alla fine dell'età repubblicana (II/I secolo a.C.)
In età tardo repubblicana (II/I secolo a.C.), il Palatino divenne un luogo di residenza privilegiata per le funzioni religiose e celebrative della grandezza di Roma.

Risalgono a questo periodo la Casa dei Grifi e l'Aula Isiaca, visitabili qualche anno fa (fortunatamente noi abbiamo allora potuto vederle).

La Casa dei Grifi (II/I secolo a.C.), coperta poi dalla Domus Flavia, era una casa su due piani e prende il nome dalla raffigurazione in stucco di due grifi affrontati.

La Sala Isiaca, sotto la basilica della Domus Flavia, aveva pitture parietali a soggetto egittizzante di età augustea.

Sul Palatino vi abitarono personaggi famosi: Mario Emilio Scauro, Crasso, Cicerone, Marco Antonio, Tiberio Sempronio Gracco, Catilina, Agrippa e Ottaviano Augusto.


Augusto era nato alle pendici del Palatino, ed era affezionato a questi luoghi.
La sua prima abitazione era vicino alla Regia.
Quando divenne Pontefice Massimo, dopo la vittoria in Sicilia contro Sesto, il figlio di Pompeo (36 a.C.), costruì vicino alla Casa Romuli la sua residenza: acquistò la casa dell'oratore Ortensio, e l'ampliò con l'acquisto di sei case vicine, tra le quali quella di Caio Lutazio Catulo.
Augusto voleva essere accostato a Romolo quale riformatore della res publica.
La casa venne poi ristrutturata nel 3 d.C.

pianta della Casa di Augusto
Da poco la casa del primo imperatore è tornata visitabile, dopo un restauro e la costruzione di una copertura che hanno permesso anche di poter fruire di ambienti prima interdetti.

La casa è posta sul lato del Palatino che guarda il settore occidentale del Circo Massimo. 
Gli ambienti in opera quadrata tufacea sono disposti su due terrazze.
Nella terrazza inferiore si articolano su due lati di un peristilio.

peristilio inferiore ella Casa di Augusto
Gli ambienti sono disposti su due file.
La casa è composta da due appartamenti contigui con ingresso in comune ed è divisa tra ambienti privati piccoli e ambienti pubblici più grandi.

interno della Casa di Augusto
interno della Casa di Augusto
L'abitazione privata è su due piani ed è più modesta e intima.
Ha pavimenti in mosaico a tessere bianche e nere, e soffitti non decorati.
La divide un corridoio centrale.

ambiente della zona privata
ambiente della zona privata
pavimento della zona privata
Due sono le stanze piccole e appartate che conservano pitture murali di II stile pompeiano:
- la "stanza dei festoni di pino" decorata con ghirlande su uno sfondo architettonico di finti porticati, con pavimento a mosaico bianco e nero, e con soffitto a stucco bianco con volta ribassata;

"stanza dei festoni di pino"
- la "stanza delle maschere" con affreschi alle pareti che rappresentano maschere su un fondo architettonico e riquadri con santuari agresti,  tra i quali uno rappresenta un pilastro batilo (simulacro aniconico, cioè senza immagine) del dio Sole (Apollo) tutelare di Augusto.
Il soffitto è di stucco bianco liscio piano.

"stanza delle maschere"
A oriente dell'abitazione privata vi sono gli appartamenti di rappresentanza, con pavimenti ad intarsio di marmi colorati (di cui rimangono le impronte), e alti soffitti a volta con stucchi:
- una stanza con pannelli neri divisi da paraste rosse e gialle negli angoli, e una stanza con pannelli gialli su fondo rosso e nicchie: questi due ambienti lunghi e stretti sono probabilmente due biblioteche private, una latina e l'altra greca.

biblioteca
biblioteca


biblioteca
- al centro di esse l'ambiente delle prospettive, chiamato così per la rappresentazione in prospettiva di una costruzione a due piani terminante con un'edicola, posta su un podio.

ambiente delle prospettive
affresco dell'ambiente delle prospettive
Uscendo sul peristilio si nota un piccolo ninfeo di precedente costruzione e riutilizzato.

ninfeo
Sul lato orientale della casa si aprono ambienti riccamente decorati:
- una rampa che conduceva al tempio di Apollo, con volta a botte affrescata con motivi a cassettoni, mentre sulle pareti presenta decorazioni geometriche;

rampa
decorazioni pittoriche della rampa


volta della rampa
- un oecus tetrastico: su pilastri o colonne (di cui sono rimaste le basi) poggiava un controsoffitto. Il pavimento era ad intarsio marmoreo e le pareti decorate.

oecus
decorazioni pittoriche dell'oecus
decorazioni pittoriche dell'oecus






















- un cubiculum, un piccolo ambiente quadrato con pannelli purpurei.

cubiculum
particolare pittorico del cubiculum
Si sale infine una scala moderna per raggiungere lo studiolo di Augusto, piccolo ambiente decorato con motivi vegetali e animali e stucchi e riquadri dipinti sul soffitto.

studiolo
particolare pittorico dello studiolo
volta con stucchi dello studiolo
particolare della volta dello studiolo
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La visita della casa del primo imperatore continua nella Casa di Livia, quella zona degli appartamenti riservati alla terza moglie di Augusto, Livia Drusilla

pianta della Casa di Livia
L'attribuzione degli ambienti quali proprietà di Livia si deve al ritrovamento di fistule idrauliche in piombo con a scritta IULIA AUG(USTA).

fistule idrauliche col nome di Livia
La casa è separata da quella di Augusto da un peristilio.
Risale al I secolo a.C. (opera reticolata) e le sue decorazioni pittoriche del II stile pompeiano risalgono al 30 a.C.

opus reticolatum della casa di Livia
corridoio inclinato







L'ingresso a questi appartamenti avviene tramite un corridoio a piano inclinato con pavimento a mosaico bianco e nero originale.
Questo era inizialmente un ingresso secondario, che quando la casa divenne parte integrante della casa di Augusto, divenne l'ingresso principale.















Dall'esterno della casa si può ancora vedere dall'alto l'originale atrio con impluvium della casa, circondato da cubicula.

atrio della casa di Livia
Giunti quindi nel cortile rettangolare con pilastri quadrati che sostenevano una tettoia, dalle decorazioni pittoriche riproducenti elementi architettonici, si accede a tre grandi ambienti con copertura a volta e pavimento bianco e nero.

cortile della Casa di Livia
pavimento a mosaico

pavimento a mosaico
decorazioni pittoriche del cortile della casa di Livia
L'ambiente centrale è il tablinium o "sala di Polifemo"
Sulla parete di fondo infatti, ora quasi scomparsa, vi era la raffigurazione della ninfa Galatea che su un cavallo marino fugge a Polifemo.
La parete destra mostra una scena teatrale superiormente tripartita da colonne corinzie poste su alte basi e con soffitti a cassettoni.
Nel riquadro centrale è raffigurata Io, amata da Giove, sorvegliata da Argo e liberata da Mercurio (copia di un quadro di Nikias).

tablinium
scena pittorica con Io, Argo e Mercurio
raffigurazione (quasi illeggibile) di Galatea e Polifemo
particolare delle pitture del tablinium
particolare delle pitture del tablinium
L'ambiente posto alla destra del tablinium mostra una decorazione parietale a riquadri con ghirlande di frutta, foglie e simboli agresti.
In alto vi è un fregio a fondo giallo con scene egittizanti.

ambiente a destra del tablinium
decorazioni a festoni dell'ambiente a destra del tablinium
Nell'ambiente di sinistra le pitture mostrano un'archtettura fatta di colonne e pilastri su un basamento di finto marmo.

ambiente a sinistra del tablinium
Sul lato destro del cortile coperto si trova il triclinium.
Nella decorazione della parete di fronte all'ingresso è rappresentato un pilastro batilo di Apollo.

triclinium
Al secondo piano della casa si trovano dei cubicula.

A gruppi di 20 persone ogni 15 minuti (entrata e punto di partenza visita all'ingresso dell'Arco di Tito), previa prenotazione (3€ +  biglietto al sito del Palatino di 12€), si possono vedere ogni giorno dalle 9.15 le case di Augusto e di Livia.
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Accanto alla sua domus Augusto fece erigere il Tempio di Apollo.
Come ho già detto, l'imperatore poteva accederci tramite una rampa direttamente dai suoi appartamenti.

Augusto era devoto ad Apollo, e fece voto al dio di costruirgli un tempio se avesse vinto a Nauloco (Sicilia) nella battaglia contro Sesto, figlio di Pompeo.
Il tempio fu costruito all'interno della proprietà di Augusto dove era caduto un fulmine, e fu inaugurato nel 28 a.C.

resti del Tempio di Apollo
Dell'antico tempio sono rimasti solo il podio in opera cementizia con frammenti di colonne e capitelli.

statua di Efebo dal Tempio di Apollo (Museo Palatino)
Il Tempio era ricoperto di marmi di Luni (Carrara), e presentava in facciata sei colonne con capitelli corinzi.
Le porte erano rivestite d'oro e d'avorio.

Il tempio aveva un portico con colonne in giallo antico, il cosiddetto Portico delle Danaidi, che inquadrava la facciata.
Prendeva il nome delle statue rosse e nere poste negli intercolumni delle 50 figlie di Danao, re della Libia e poi di Argo.

statue delle Danaidi del Tempio di Apollo (Museo Palatino)
Le Danaidi si erano rifiutate di sposare i loro cinquanta cugini figli di Egitto, fratello di Danao, e per questo erano fuggite con il padre.
I cugini però le raggiunsero costringendole a sposarli.
Danao allora diede l'ordine alle figlie di uccidere i propri mariti e di sposare gente del luogo, dando vita al popolo dei Danai, ovvero i Greci.

Tutte ubbidirono tranne Ipermnestra che aveva sposato Linceo.
Linceo a sua volta per vendicare i fratelli le uccise tutte, tranne naturalmente sua moglie.
Negli Inferi le Danaidi furono punite a riempire d'acqua una giara bucata per l'eternità: da qui il detto "la botte delle Danaidi" indica amministrazioni sprecone che non riescono a mettere da parte niente, o impresa che non giunge mai alla fine.

Le Danaidi furono scelte per ricordare la vittoria in Egitto e la fine della lotta fratricida tra due romani: Augusto e Antonio.

Sul lato orientale del tempio si trovava una biblioteca absidata, usata a volte anche come Curia dal Senato.

Apparteneva anche a questo luogo di culto un santuario dedicato a Vesta

L'interno del tempio era rivestito di lastre di terracotta, le cosiddette "Lastre Campane", con rilievi policromi con soggetti mitologici: Atena, Perseo e Gorgone, Apollo ed Eracle che si contendono il tripode delfico...


Lastre Campane del Tempio di Apollo (Museo Palatino)
Lastra Campana: Atena, Perseo e Gorgone
Lastra Campana: Apollo ed Eracle si contendono il tripode delfico
Nella cella erano state portate dalla Grecia le tre statue di Apollo, Diana  Latona eseguite da scultori famosi.
Nella base della statua di Apollo erano conservati i Libri Sibillini, testi profetici di origine greca che Tarquinio il Superbo aveva introdotto a Roma.


Orario:  ultima domenica di ottobre/15 febbraio     8.30/16.30
              16 febbraio/15 marzo                                 8.30/17.00
              16 marzo/ultimo sabato di marzo               8.30/17.30
              ultima domenica di marzo/31 agosto          8.30/19.15
              settembre                                                     8.30/19.00
              1 ottobre/ultimo sabato di ottobre              8.30/18.30
Costo:    12€ biglietto cumulativo (Foro, Palatino e Colosseo) valido 2 giorni
              GRATIS ogni prima domenica del mese


CONCLUSIONI
E' curioso come miti e leggende antiche vengano ricordate e perpetuate dopo millenni e ci affascinino ancora.
E' difficile pensare alla nascita di Roma senza pensare alla raffigurazione della lupa che allatta Romolo e Remo, e salendo sul colle Palatino immaginarsi il pomerium, il tracciato del solco della Roma Quadrata.
Il Palatino in età imperiale venne poi trasformato degli imperatori in residenza imperiale, e la parola "Palatium" ancor oggi indica nelle lingue europee le grandi costruzioni di rappresentanza...ma questo è un altro blog.



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