lunedì 4 maggio 2015

Roma: il Foro Romano (sezione orientale)


Questo post percorrerà il Foro Romano, quella zona commerciale, politica e religiosa, sorta tra il Campidoglio e il Palatino agli albori della civiltà romana, che venne trasformata da zona paludosa e inospitale utilizzata come necropoli (X secolo a.C./VIII secolo a.C.), in fulcro della vita dell'antica Roma.
La storia del Foro iniziò con la costruzione della Cloaca Maxima per il drenaggio della valle da parte del re etrusco Tarquinio Prisco, e la pavimentazione più antica in terra battuta di una grande piazza per il mercato e la costruzione del Comizio, la più antica sede della politica a Roma (circa 600 a.C.).

Nel Foro si costruirono templi, basiliche, curie per il Senato, tribunali, portici...
Descrivere i monumenti che fanno parte del Foro Romano in ordine cronologico diventerebbe troppo difficile e tortuoso da ripercorrere.
Verranno descritti quindi nel post tutti quei monumenti che s'incontrano lungo l'antica via che collegava in età regia la residenza dei Re, il Comizio e l'Arx sul Campidoglio, e il cui percorso in età imperiale fu deviato e modificato, ovvero la Via Sacra.

Via Sacra
La Via Sacra prese il nome di "sacra" dopo l'accordo di pace tra Romolo e Tito Tazio, a seguito della battaglia del lago Curzio, tra Romani e Sabini avvenuta come conseguenza del famoso Ratto delle Sabine.

Lungo i suoi lati sorsero in età regia le residenze dei re, durante la repubblica le case delle famiglie importanti, e durante l'età imperiale vennero innalzati edifici commerciali e poi monumentali.
Dopo l'incendio del 64 d.C. si prolungò il suo tratto sino all'atrio della Domus Aurea.

Sulla Via Sacra avvenivano i trionfi attribuiti ai generali che avessero vinto una battaglia importante, dall'area dell'Arco di Tito sino al Tempio di Giove Ottimo Massimo, con carri carichi dei bottini preziosi e schiavi trascinati in catene.
Il primo a cui fu attribuito il trionfo e che perciò percorse la Via Sacra fu Romolo che aveva ucciso il re dei Cenicensi.

Arco di Costantino
Iniziamo il nostro itinerario nel Foro Romano dall'ingresso al sito posto sulla via Sacra che dall'Arco di Costantino sale sino all'Arco di Tito.

Via Sacra verso l'Arco di Tito
Via Sacra verso il Colosseo
Sulla sinistra si trovano i cantieri di scavo di un'area che comprende una parte della Domus Aurea, un portico che correva lungo la Via Sacra (di cui rimangono i muri di fondazione e costituiva il vestibolo della Domus Aurea), pozzi di depositi votivi (VI/III secolo a.C.), una domus tardo-repubblicana (II/I secolo a.C.) con tabernae, bruciata nel'incendio del 64 d.C., una terrazza neroniana sostenuta da vani seminterrati, Un piccolo tempio di età flavia,e magazzini in laterizio, prima adrianei e poi severiani (Horreum severiano).

area di scavo archeologico al lato della Via Sacra
resti delle fondazioni del portico neroniano
sostruzioni con ambienti voltati della terrazza della Vigna Barberini e botteghe
sostruzioni della Vigna Barberini con ambienti voltati a tre piani
Sul versante all'angolo del Palatino verso l'Arco di Costantino vi sono i resti di un caseggiato del II secolo d.C. con uso abitativo e commerciale.
Si conservano ancora mosaici e affreschi di epoca severiana e graffiti di epoca posteriore.

caseggiato del II secolo d.C
Parte dell'edificio era occupato da un piccolo impianto termale.
Del IV secolo d.C. è una grande aula absidata.

caseggiato del II secolo d.C.
caseggiato del II secolo d.C.
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Sulla destra della Via Sacra, andando dal Colosseo verso l'arco di Tito, si trova il Tempio di Venere e Roma.

Tempio di Venere e Roma
Posto sulla Velia, l'altura che univa il Palatino con il Celio, questo tempio fu progettato e costruito (121/135 d.C) da Adriano e venne poi terminato da Antonino Pio.
Il tempio fu inaugurato il 21 aprile, giorno del natale di Roma.

Tempio di Venere e Roma
Qui precedentemente si trovava l'atrio della Domus Aurea ed era anche posizionata la statua in bronzo colossale dell'imperatore Nerone, che fu per questo spostata verso il Colosseo, dopo averla trasformata in dio Sole.

Il tempio era dedicato alla dea Venere (progenitrice del popolo romano) e alla dea Roma.

Un colonnato di granito grigio percorreva i quattro lati del tempio con dieci colonne sui lati corti (più quattro nei pronai) e venti sui lati lunghi.

colonne del Tempio di Venere e Roma
Il tempio, il più grande dell'antica Roma (145m X 100m), costruito in forme greche, era composto da due celle orientate in senso opposto (unico esempio in occidente).
Quella rivolta verso il Foro (che custodiva la statua di Roma), fu inglobata nel convento di S.Francesca Romana.

punto di congiunzione tra le due celle del Tempio di Venere e Roma
Le volte a botte con cassettoni stuccati e le absidi delle celle sono un rifacimento di Massenzio del 310 d.C. (dopo un incendio).

volta a botte a cassettoni delle absidi
Addossate alle pareti dei lati più lunghi vi erano due file di colonne di porfido.
Le pareti erano arricchite da nicchie con statue e inquadrate da colonnine in porfido e mensole in marmo.

abside e nicchie nella cella di Venere del tempio
L'area sacra era cinta sui lati lunghi da un doppio colonnato che si apriva al centro con due propilei.

pianta del Tempio di Venere e Roma
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Continuando il percorso sulla via Sacra, e superato il cancello d'ingresso al sito archeologico, ci si trova davanti l'Arco di Tito.
Il Senato fece costruire l'arco in memoria dell'imperatore Tito dopo la sua morte avvenuta nell'81 d.C.

E' subito evidente che l'arco trionfale mostra parte delle sue fondamenta poggianti sul livello di epoca augustea,dovute ad uno scavo moderno che ha eliminato il livello di calpestio coevo all'arco.

scritta dedicatoria del Senato sull'Arco di Tito:
     SENATUS POPULUSQUE ROMANUS
DIVO TITO DIVI VESPASIANI F(ILIO)
VESPASIANO AUGUSTO
Inglobato in epoca medievale prima nella fortezza dei Frangipane e poi nel convento di Santa Maria Nova (l'attuale convento di S.Francesca Romana: una stanza era stata ricavata all'interno del fornice), fu restaurato nel XIX da Valadier.

Arco di Tito




La parte che si è meglio conservata è quella rivolta verso il Foro.
E' rivestito in marmo greco.
L'arco ha solo fornice fiancheggiato da quattro semicolonne con capitelli per lato ed è sormontato sulla trabeazione da un alto attico.













L'arco doveva celebrare le vittorie di Tito contro i Giudei (71 d.C.).
Due episodi di queste vittorie sono riportate in due pannelli a rilievo posti all'interno del fornice: uno rappresenta il corteo che reca trombe d'argento e il candelabro a sette bracci presi al Tempio di Gerusalemme, nell'atto di attraversare la Porta Trionfale (localizzata nel Foro Boario); sull'altro pannello è invece rappresentato Tito sulla quadriga preceduto dai littori, mentre la dea Roma tiene i cavalli per il morso e Vittoria incorona l'imperatore, e figure allegoriche del Popolo e del Senato romano (un giovane e un vecchio) lo seguono.

pannello del fornice con trionfo di Tito
Sulla volta del fornice è rappresentato Tito sopra un'aquila che lo porta in cielo (apoteosi e divinizzazione dell'imperatore).
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Varcato l'arco sulla destra si trova la Basilica di Massenzio, costruita dall'imperatore Massenzio tra il 306 e il 312 d.C. su gran parte della Velia al posto degli Horrea Piperitaria (magazzini dove venivano lavorate e conservate le spezie) .
Dopo la morte dell'imperatore Massenzio prese il nome di Basilica di Costantino, dall'imperatore Costantino che la terminò.

Era la sede della Prefettura Urbana.

Basilica di Massenzio (o Basilica di Costantino)
La basilica (100m X 65m) era composta da una grande navata centrale terminante con un'abside nella quale prima fu posta la statua di Massenzio e successivamente riadattata con le sembianze di Costantino (oggi la testa, la mano, il piede e parte del braccio marmorei sono esposti nel Palazzo dei Conservatori dei Musei Capitolini).
La statua aveva le parti nude in marmo, mentre il resto forse in bronzo.

testa, mano e braccio della statua di Costantino (sulla destra della foto - Musei Capitolini)
La navata centrale era affiancata da due ali minori composte ognuna da tre ambienti comunicanti tra loro e con l'atrio d'ingresso del progetto originale.
Successivamente l'ingresso fu spostato sul lato sud (oggi non esiste più), preceduto da scalinata.

Basilica di Massenzio (lato nord e lato est)
Basilica di Massenzio (abside settentrionale con volta cassettonata)
Basilica di Massenzio vista esternamente da Via dei Fori Imperiali
Gli ambienti erano coperti da volte a botte cassettonate.
La volta centrale invece era costituita probabilmente da tre grandi crociere che poggiavano su otto colonne.
Di queste colonne l'unica superstite fu collocata nel XVII secolo davanti alla Basilica di S.Maria Maggiore dal Papa Paolo V. 
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Nell'area di fronte alla Basilica di Massenzio, tra la Via Sacra e la Via Nova, da considerarsi in parte facente parte del Palatino, si sono volute localizzare alcune delle domus appartenenti a personaggi famosi dell'epoca repubblicana quali Emilio Scauro, Clodio e Cicerone.

domus di Emilio Scauro
Inoltre si pensa che qui vi fossero dei magazzini collegati ai palazzi imperiali, gli Horrea Vespasiani, costruiti da Vespasiano e trasformati da Domiziano in un centro commerciale con botteghe.

Horrea Vespasiani
zona alle pendici del Palatino
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portichetto medievale
Sul lato opposto dopo un portichetto medievale (in restauro), vi trova il cosiddetto Tempio di Romolo, che si pensava fosse stato costruito dall'imperatore Massenzio (309 d.C.) in memoria del figlio Romolo morto prematuramente.
Oggi si è riconosciuto in esso il Tempio di Giove Statore, fondato da Romolo.

Tempio di Romolo
Tempio di Romolo
Il tempietto di forma circolare, affiancato e collegato da due celle rettangolari absidate precedute da colonne di cipollino poste su plinti, si presenta ancora ben conservato: la porta in bronzo affiancata da due colonne di porfido e con capitelli in marmo è originale e la serratura è ancora funzionante.

portale del Tempio di Romolo
porta originale del Tempio di Romolo
E' stato costruito in mattoni e ricoperto con una cupola.
La facciata presenta quattro nicchie nelle quali erano poste statue.

facciata con nicchie e colonna in cipollino del Tempio di Romolo
Papa Felice V nel VI secolo trasformò il tempio nel vestibolo della chiesa dei SS. Cosma e Damiano, che aveva adottato come navata l'ambiente retrostante al tempio, forse appartenuto alla Biblioteca Pacis del Tempio della Pace, tempio costruito da Vespasiano, che custodiva il bottino di Gerusalemme.
Nel fondo della navata della chiesa di Ss Cosma e Damiano (ingresso su Via dei Fori Imperiali), si può vedere dall'alto l'interno del Tempio di Romolo, come anche dall'antica chiesa inferiore, scendendo una scala posta nel vestibolo.

interno del Tempio di Romolo visto dalla vetrata nella chiesa dei Ss Cosma e Damiano
interno del Tempio di Romolo (visto antica basilica di Ss Cosma e Damiano inferiore)
cupola del Tempio di Romolo

lanterna della cupola del Tempio di Romolo









In un altro ambiente di questo Tempio della Pace scomparso era appesa ad un muro la Forma Urbis, la pianta di Roma fatta disegnare su lastre marmoree da Settimio Severo (ancora sul muro si vedono i buchi dove vi erano le grappe di sostegno delle lastre).

muro dove era appesa la Forma Urbis
Orario chiesa: 9.00/13.00   !5.00/19.00

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Sullo stesso lato del Tempio di Romolo si trova a un livello più basso della pavimentazione attuale, un edificio repubblicano denominato Carcer: non è di un carcere che si tratta, e neanche di un lupanare, ma i piccoli ambienti dovrebbero essere il sotterraneo di una bottega o abitazioni di schiavi.

cosiddetto Carcer
Segue un sepolcreto arcaico (IX/VII secolo a.C.), dove sono state trovate una quarantina di tombe dell'età del Ferro.

zona del Sepolcreto arcaico
Come ho già detto il Foro era anticamente una necropoli, e rimase zona di sepoltura fino all'inizio dell'VIII secolo a.C.
Solo i bambini al di sotto dei sei anni poterono successivamente essere sepolti nella zona del Foro, divenuta una zona abitata.
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Davanti al Tempio di Romolo si trova la Domus Publica, abitazione del rex sacrorum, e poi del Pontefice Massimo (per questo fu anche l'abitazione di Cesare dal 62 a.C. al 44 a.C).
Quando Augusto trasferì la Domus Pubblica sul Palatino, gli ambienti furono dati alle Vestali.

Domus Publica
Domus Publica
Domus Publica
Proprio dietro alla Domus Pubblica infatti si trovano il Tempio di Vesta e la Casa delle Vestali.

Il Tempio di Vesta era uno dei templi più antichi e importanti di Roma.

Tempio di Vesta
Il tempio custodiva il sostituto del focolare domestico della casa del re, che in epoca repubblicana viene affidato a sei sacerdotesse, le uniche donne che esplicavano una funzione sarcerdotale a Roma.

Le sacerdotesse, scelte nelle famiglie patrizie quando avevano tra i sei e i dieci anni, rimanevano in servizio per per trent'anni, e dovevano mantenere la loro verginità, pena la morte per seppellimento da vive in una stanzetta sotterranea sul Quirinale.
Le Vestali però avevano in cambio dei privilegi.
Tempio di Vesta (visto dalla terrazza della Domus Tiberiana)
Il tempio (con diametro di 15m) era chiuso in un recinto che lo univa alla residenza delle sacerdotesse.

Tempio di Vesta
Quello che ci appare ai nostri occhi è il tempio restaurato (191 d.C.) dopo un incendio da Giulia Domna, la moglie di Settimio Severo.
Il tempio posto su di un podio era rivestito in marmo e circondato da 20 colonne corinzie (ne rimangono solo tre).
Nella cella circolare, che non conteneva il simulacro di Vesta, veniva tenuto sempre acceso il fuoco sacro e per questo vi era un'apertura per il fumo nel tetto conico del tempio.
Forse nel basamento del tempio veniva conservato segretamente il Palladio, portato da Enea da Troia.

Tempio di Vesta
edicola













Sulla sinistra del tempio vi era un'edicola, uno dei santuari che venivano messi in corrispondenza di incroci, per proteggerli dalle divinità infernali.
Aveva due colonne ioniche (se ne è conservata solo una) ed era stata costruita con il denaro del Senato, come attesta una scritta.










pianta della Casa delle Vestali
Qui si entrava nella Casa delle Vestali, con ambienti su più piani posti intorno al grande cortile rettangolare con portico a due piani, con fontane quadrate e aiuola ottagonale.

Casa delle Vestali (vista dalla terrazza della Domus Tiberiana)
 Questa costruzione risale agli anni successivi all'incendio del 64 d.C.

Casa delle Vestali
Casa delle Vestali
Alcuni ambienti del lato sud ospitavano la cucina, il forno e un mulino.
Gli ambienti e i bagni al primo piano erano riscaldati.

lato sud della Casa delle Vestali
Il lato orientale è occupato da una grande sala (chiamata erroneamente "tablinio") affiancata e in comunicazione con tre ambienti per ogni lato.

tablinio della Casa delle Vestali
lato orientale della Casa delle Vestali
Sul lato opposto del cortile si affacciava un triclinio.

Sul lato settentrionale sono state poste statue rappresentanti Vestali Massime, decane del collegio, trovate in questo sito.

statue di Vestali Massime
statue di Vestali Massime


statue di Vestali Massime

Nel 394 Teodosio I. imperatore cristiano, decretò l'abbandono del sito da parte delle Vestali.
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Tra la Casa delle Vestali, il Tempio di Vesta, il Tempio del Divo Augusto e il Tempio di Antonino e Faustina, si trovava la Regia.

resti della Regia
La costruzione di questo edificio si deve a Numa Pompilio, secondo re di Roma.
Probabilmente il re abitava in questi ambienti, che in età regia dovevano essere estesi anche alla Domus Pubblica e alla Casa delle Vestali.
In età repubblicana poi, le funzioni sacerdotali passarono al rex sacrorum, che non risiedeva qui, ma sul punto più alto della Via Sacra.

Regia (vista dalla terrazza della Domus Tiberiana)
Le originali capanne furono sostituite da una costruzione in muratura (VII secolo a.C.).
L'edificio nell'aspetto attuale venne costruito nel VI secolo a.C. (età repubblicana), dopo alcuni incendi.
Di forma irregolare, era costituito da una zona rettangolare suddivisa in tre ambienti (un ingresso, una stanza santuario di Ops Consiva dea dei raccolti e il santuario di Marte con altare circolare), e di una zona trapezoidale con doppio portico e con cisterna.
Nel 36 a.C. Domizio Calvo la rivestì di marmi, lasciando invariata nella sua forma.

resti della Regia
resti della Regia
Nella Regia erano conservati gli ancilia (i sacri scudi di Marte portati in processione ai Salii), e le lance consacrate a Marte, gli Annales, il calendario e l'archivio dei pontefici.
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Ritorniamo sulla Via Sacra per guardare l'ultimo edificio di questa zona del Foro: il Tempio di Antonino e Faustina.

Tempio di Antonino e Faustina
Il tempio eretto nel 141d.C. da Antonino Pio alla moglie Faustina, defunta e divinizzata, fu poi dedicato anche all'imperatore alla sua morte dal Senato.

facciata del Tempio di Antonino e Faustina
Sorge su un alto podio preceduto da una gradinata (ricostruita in mattoni in età moderna).
I resti dell'altare in laterizio sono ancora evidenti.

trabeazione e colonne del lato lungo del Tempio di Antonino e Faustina
Il pronao è costituito da sei colonne in cipollino ate 17m in facciata, con capitelli corinzi di marmo bianco, e altre due colonne su ognuno dei lati adiacenti.
La cella in opera quadrata è in peperino.
Sui due lati lunghi corre un fregio in marmo con grifoni affrontati.

Nel tempio nel VII/VIII secolo d.C. si è insediata la chiesa di San Lorenzo in Miranda, di cui si vede la facciata barocca dietro le colonne.

ingresso dei Fori Imperiali della chiesa di San Lorenzo in Miranda
La chiesa è dedicata a San Lorenzo perché si pensa sia stato condannato in questo luogo, e che la denominazione "in Miranda" indichi "bella vista sul Foro".
La chiesa è sotto la giurisdizione dell'Università degli Speziali dall'epoca di Papa Martino V.

Tempio di Antonino e Faustina/chiesa di San Lorenzo in Miranda
CURIOSITA': quelle scanalature che solcano le colonne sono il frutto del tentativo di recuperarne i materiali: le hanno incise per fissare le corde per far crollare il tempio.

Accanto al Tempio di Antonino e Faustina si trova un altro ingresso al sito del Foro/Palatino.

Orario:  ultima domenica di ottobre/15 febbraio      8.30/16.30
              16 febbraio/15 marzo                                  8.30/17.00
              16 marzo/ultimo sabato di marzo               8.30/17.30
              ultima domenica di marzo/31 agosto          8.30/19.15
              settembre                                                     8.30/19.00
              1 ottobre/ultimo sabato di ottobre              8.30/18.30
Costo:    12€ biglietto cumulativo (Foro, Palatino e Colosseo) valido 2 giorni
              GRATIS ogni prima domenica del mese


CONCLUSIONI
Questo è solo un assaggio dei monumenti che rimangono a raccontare la storia di Roma posti nel Foro Romano.
Altri due post tratteranno la descrizione degli edifici posti nella zona centrale e quelli posti nella zona occidentale di uno dei siti archeologici più antichi, più visitati e più importanti al mondo.



1 commento:

ROMA ARCHEOLOGICA & RESTAURO ARCHITETTURA: Prof.ssa C. Panella, et. alli., "LO SCAVO DELLE PENDICI NORD-ORIENTALI DEL PALATINO TRA DATI ACQUISITI E NUOVE EVIDENZE", SCIENZE DELL’ ANTICHITÀ 20.1 (2014) [PDF], pp. 1-55 | Foto: I Viaggi di Raffaella (05|2015) & (02|2015). ha detto...

ROMA ARCHEOLOGICA & RESTAURO ARCHITETTURA: Prof.ssa C. Panella, et. alli., "LO SCAVO DELLE PENDICI NORD-ORIENTALI DEL PALATINO TRA DATI ACQUISITI E NUOVE EVIDENZE", SCIENZE DELL’
ANTICHITÀ 20.1 (2014) [PDF], pp. 1-55 | Foto: I Viaggi di Raffaella (05|2015) & (02|2015).

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