martedì 4 luglio 2017

Ferrara: la "Parva domus" di Ludovico Ariosto


A Ferrara visse e morì uno dei più grandi poeti e commediografi italiani:
Ludovico Ariosto, e in questo post si descrive la sua "Parva domus", la piccola casa che si fece costruire nella città da lui molto amata.
 
L'Ariosto nacque nel 1474 a Reggio Emilia, dove suo padre, di nobile famiglia, era comandante del presidio militare degli Estensi.
Era il primo di dieci figli.

All'età di dieci anni si trasferì con la famiglia a Ferrara, in quella residenza in Via del Giuoco del Pallone 29/31, che venne chiamata "Domus Magna".

"Domus Magna"
Il padre indirizzò Ludovico verso gli studi giuridici, ma successivamente l'Ariosto si rivolse verso gli studi letterari e filosofici.

Morto il padre, si dovette occupare del patrimonio famigliare e dei suoi numerosi fratelli.
Entrò così al servizio del Cardinale Ippolito d'Este, e successivamente di Alfonso d'Este.

Ma il suo amore per le lettere non lo abbandonò: nel 1516 uscì infatti la prima edizione dell' "Orlando Furioso", l'opera a cui lavorò con edizioni successive per trent'anni.

Come funzionario di corte, svolte un'intensa attività diplomatica, che lo portò spesso lontano da Ferrara.

Nel 1513 a Firenze, dopo averla conosciuta alla corte di Ferrara, riincontra Alessandra Benucci Strozzi, alla quale dichiara il suo amore, e alla quale rimmarrà legato per il resto della vita.

Rimasta vedova nel 1515 Alessandra Benucci si trasferì a Ferrara, ma i due si sposeranno in gran segreto solo tra il 1528 e il 1530, continuando però a dimorare in case separate: lei in Via Borgovado 13 (vicino al Po e alla Chiesa di Santa Maria in Vado), e lui in quella che acquistò in Contrada Mirasole (oggi Via Ariosto).

Infatti, dopo un incarico di tre anni come governatore della Garfagnana, Ludovico Ariosto sentì il bisogno di costruirsi una dimora nella capitale estense, dove rifugiarsi e stare vicino alla sua famiglia.


Acquistò quindi nel 1526 una piccola casa da Bartolomeo Cavalieri, ambasciatore in Francia per il duca Ercole, in un'area verde della nuova Addizione Erculea.
Nel 1528 comperò anche alcuni terreni intorno alla casa, che divennero il giardino e l'orto con frutteto (brolo) della sua residenza.
Nel 1529 si trasferì in questa casa con il figlio Virginio, avuto da una relazione con una domestica di casa Ariosto.

Il disegno della trasformazione della casa voluta dall'Ariosto è attribuito al pittore e architetto Girolamo da Carpi.

Sulla semplice facciata a mattoni a vista rossi (forse un tempo dipinta), si apre un portale affiancato da panchine in marmo incastrate nel muro.

portale della Casa di Ludovico Ariosto

Sul marcapiano in cotto della casa vi era un'iscrizione preesistente, ma che Ariosto condivideva, un distico elegiaco in latino di Dionigi dell'Aquila scritto per la casa di Bartolomeo Cavalieri: 

"PARVA, SED APTA MIHI, SED NULLI OBNOXIA, SED NON SORDIDA, PARTA MEO, SED TAMEN AERE DOMUS"
"LA CASA E' PICCOLA MA ADATTA A ME, PULITA, NON GRAVATA DA CANONI E ACQUISTATA SOLO CON IL MIO DENARO".

Ecco la sequenza fotografica dell'iscrizione.






Sulla facciata, sopra una finestra del piano nobile, vi è anche un'altra iscrizione, voluta dal figlio Virginio:

"SIC DOMUS HAEC AREOSTA PROPIZIO, DEOS HABEAT OLIM UT PINDARICA"
"QUESTA CASA DEGLI ARIOSTI ABBIA GLI DEI PROPIZI COME GIA' QUELLA DI PINDARO".


E un'altra iscrizione in latino (il "De Paupertate" scritta dall'Ariosto), era posta già nella loggetta della casa:

"SIS LAUTUS LICET ET BEATUS HOSPES
 ET QUICQVID CUPIS AFFLUENS REFERTO
 CORNU COPIA SUBMINISTRET ULTRO

 NE SUSPENDE HUMILEM CASAM BREVEMQUE
 MENSAM NARIBUS HANC TAMEN RECURVIS:
 SIC NEC, BAUCI, TUAM, MOLORCHE,

 TUAMQUE ICARE, PAUPEREM TABERNAM
 ET VILES MODICA CIBOS PATELLA
 SPREVIT IUPPITER, HERCULES, LYAEUS"
(Carmina, LXV )

"PER QUANTO TU SIA RICCO E FELICE OSPITE,
 E TUTTO QUANTO DESIDERI LIBERAMENTE
 TI OFFRA COL CORNO PIENO ABBONDANZA,
 NON ARRICCIARE IL NASO A QUESTA MIA UMILE CASA
 E AL PICCOLO DESCO
 SE NEMMENO, O BAUCI, IL TUO, NE' IL TUO MOLORCO,
 NE' IL TUO POVERO ALBERGO, O ICARO,
 E I CIBI VILI IN PICCOLO PIATTO,
 DISPREZZANO GIOVE, ERCOLE E LIEO".


Un piccolo giardino si trovava nel retro dell'edificio, racchiuso da un piccolo edificio di servizio e da un portico che immetteva in un giardino meno curato.
Qui vi era anche un piccolo pozzo.

facciata della casa sul giardino
muro di delimitazione del giardino e pozzo
Sulla facciata che guarda il giardino si notano le canne fumarie dei camini del piano nobile.

canne fumarie dei camini della casa
La palazzina si sviluppa su due piani.
Il piano terra era diviso in quattro ambienti separati centralmente da un corridoio che immetteva nel giardino. 
Vi era la cucina, la sala da pranzo e lo studio dove l'Ariosto scriveva le sue opere.

Un scala portava al piano nobile, dove in una sala con soffitto in legno a cassettoni dipinti, chiamata "Sala Nobile", l'Ariosto dava i suoi banchetti.

Sala Nobile della Casa di Ludovico Ariosto
soffitto cassettonato dipinto della Casa di Ludovico Ariosto
Al piano nobile vi erano anche due camere da letto, una per il poeta e l'altra per il figlio Virginio.

Mentre i locali del piano terra sono adibiti a mostre temporanee, al piano nobile si trovano cimeli che riquardano il poeta: edizioni dell'Orlando Furioso, tra le quali una illustrata da Gustave Dorè (1881), medaglie che lo rappresentano, un calco in bronzo del suo calamaio con la figura di S.Giovanni Evangelista,un armadio dell'epoca, un tavolo a tre zampe, la sua sedia, un busto in marmo,  ritratto ottocentesco del poeta, un libro firmato dai personaggi famosi che hanno visitato questa casa.

edizioni dell'Orlando Furioso e calco in bronzo del calamaio dell'Ariosto
edizione dell'Orlando Furioso illustrata da Gustave Dorè (1881)
manoscritto delle Satire Autografe
camera da letto dell'Ariosto con la sua sedia, un armadio dell'epoca e un suo busto
camera dellAriosto: camino e finestre che affaccian sul giardino
busto in marmo dell'Ariosto
Ritratto dell'Ariosto (autore ignoto - XIX se.)

Ludovico Ariosto passò in questa residenza gli ultimi anni della sa vita scrivendo (dedicandosi soprattutto alla terza edizione dell'Orlando Furioso al quale aggiunse sei canti), leggendo e coltivando il suo orto.

Si spense tra queste mura il 6 luglio 1533 all'età di 58 anni per un'interite che aggravò la sua salute già cagionevole.

Fu sepolto nella Chiesa di S.Benedetto, in una tomba semplice e che presto finì trascurata.

Nel 1801 le sue ceneri furono traslate per volere del generale napoleonico Sexstius-Alexander-François Miollis in Palazzo Paradisi, già sede dello Studium ferrarese, e un tempo Delizia del marchese Alberto V d'Este.

Palazzo Paradisi
torre e ingresso di Palazzo Paradisi
corte interna di Palazzo Paradisi
Il monumento funebre, sistemato nella sala maggiore della Biblioteca, fu disegnato da Giovanni Battista Aleotti e realizzato con marmi di Verona.
Il busto che rappresenta il poeta è in alabastro.

(Non ci è stato permesso di scattare foto all'interno del palazzo e al monumento di Ludovico Ariosto).

La casa di Ariosto fu venduta dagli eredi del poeta a metà Settecento al Municiio.
Oggi la piccola casa-museo è anche sede di attività culturali.

http://www.museoferrara.it/view/s/e7984cd2d3464b72833035c8310eccf0
Orari:  martedì/domenica     10.00/12.30  16.00/18.00
Costo: GRATIS


CONCLUSIONI
Visitare una casa-museo è per me sempre un'esperienza affascinante.
Rivivere l'intimità, anche magari un po' sbiadita, d'illustri personaggi divenuti grandi grazie alle loro opere, a volte realizzate proprio tra quelle mura, è come tuffarsi nella storia.
Sapere che in questa "piccola casa, costruita con i soli suoi guadagni" l'Ariosto ha finalmente raggiunto quella tranquillità rincorsa per tutta la vita, circondato dagli affetti famigliari e dedito alle sue attività più amate, è come entrare nel mondo e nella vera personalità del grande poeta italiano.



Nessun commento:

Posta un commento