mercoledì 13 settembre 2017

L'abbazia di Pomposa, gioiello dell'arte romanica


Nel Comune di Codigoro, in provincia di Ferrara, sorge l'Abbazia di Pomposa,
un antico monastero benedettino che nel medioevo fu uno dei centri di cultura e spiritualità più importanti al mondo, ed esercitò il potere religioso e civile su vasti territori.

L'abbazia sorse intorno al VI/VII secolo come cenobio, nell'Isola Pomposia, territorio delimitato a nord dal Po di Goro, a sud dal Po di Volano e dal mare a est.

antico ponte d'accesso all'abbazia
A quel tempo l'area, pur essendo isolata a causa della vicinanza delle valli della zona deltizia del Po, era salubre e boscosa, tanto da facilitare l'insediamento e l'espansione della comunità benedettina.

L'abbazia era posta lungo la Via Romea, che unisce Ravenna a Venezia, l'antica Via Popilia (o Via del Sale), percorsa dai pellegrini che dall'Europa orientale si recavano a Roma.

La prosperità del monastero durò fino a quando le mutazioni ambientali provocarono l'impaludamento dei luoghi, rendendoli inospitali (soprattutto dopo l'inondazione del Po del 1152).
I monaci si ridussero dai 100 del XI secolo ai 20 nel 1306.
Nel XVI secolo i monaci si trasferirono parzialmente nel Monastero di S.Benedetto a Ferrara, fatto costruire per loro da Ercole I.

Nel 1663 Papa Innocenzo X soppresse il monastero e i monaci abbandonarono definitivamente il luogo nel 1671.
Il complesso monastico venne messo in vendita nel 1802.
Acquistato dal cav. Alessandro Guiccioli di Ravenna, il complesso monastico è adibito a magazzino agricolo.
Venne infine espropriato e sottoposto a restauro tra il 1920 e il 1930.

Tra gli illustri personaggi che visitarono l'abbazia vi fu anche Dante Alighieri, che vi passò agli inizi del Trecento durante un suo viaggio a Venezia come ambasciatore dei Da Polenta. Nel XXI Canto del Paradiso della Divina Commedia, Dante fa riferimento al monastero di Pomposa facendo dire a San Pier Damiani di aver vissuto nel monastero per tre anni quando era retto dall'abate Guido degli Strambiati, e nel V Canto del Purgatorio cita il campanile della chiesa abbaziale.

Render solea quel chiostro a questi cieli
fertilemente; e ora è fatto vano,
sì che tosto convien che si riveli.


In quel loco fu' io Pietro Damiano,
e Pietro Peccator fu' ne la casa
di Nostra Donna in sul lito adriano
.”
                            (Dante Alighieri - Divina Commedia - Canto XXI - Paradiso)

San Pier Damiani si fermò difatti all'abbazia per istruire i monaci, proprio quando a capo del monastero vi era l'abate Guido degli Strambiati, nobile di Ravenna divenuto poi Santo, che seppe portare questo centro monastico ai suoi più alti livelli (1008/1046).
Nello stesso periodo fu anche qui monaco Guido d'Arezzo, inventore della scrittura musicale sulle sette note.

La Biblioteca dell'abbazia era molto ricca, una delle più vaste della sua epoca, ma è  andata purtroppo dispersa.
E' andata distrutta anche una parte degli edifici del complesso monastico: la torre o Camera dell'Abate, un secondo chiostro dedicato a S.Guido e la Chiesetta di S.Michele.

Rimangono però elementi di grandissimo pregio architettonico e artistico.


La chiesa del VII/VIII, dedicata a S.Maria, era a pianta basilicale, con tre navate divise da due file di colonne in stile ravennate-bizantino.

navata centrale della basilica
Gli elaborati capitelli di spoglio delle colonne, sono diversi ma posti in maniera simmetrica: i più raffinati (compositi di tipo teodosiano) sono stati collocati vicino all'abside.

colonne e capitelli di spoglio della basilica
Aveva un'abside poligonale all'esterno e semicircolare all'interno, e un nartece con doppia bifora e tre archi  che venne aggiunto tra il 970 e il 980.

Il pavimento a mosaico con intarsi in marmo è stato fatto durante diverse epoche (VI/XII secolo) e in diversi stili.

pavimento a disegni geometrici
In prossimità delle scale della cripta vi è il mosaico più antico di provenienza ravennate.
Presenta un disegno a cerchi che s'intersecano formando ellissoidi con all'interno foglie d'acanto stilizzate.

pavimento a mosaico vicino alle scale della cripta
particolare del panello musivo
Il pavimento della navata centrale è diviso in tre pannelli: i due agli estremi hanno un mosaico musivo a temi figurativi, mentre quello centrale è in opus sectile.

pavimento a mosaico della navata centrale
Il settore centrale è costituito da un cerchio centrale e da quattro cerchi più piccoli tangenti ad esso.
Il cerchio centrale è diviso i quattro radiati decorati con differenti motivi settili.

settore centrale del pavimento
Il pannello centrale è racchiuso in una cornice con raffigurazioni di tre coppie di animali affrontati (aquile, cervi, fenici).
Il rettangolo centrale racchiude un nastro che racchiude a sua volta altri animali (lepre, drago, leone, uccelli, avvoltoi).

rettangolo centrale del pavimento
Al di fuori del rettangolo è disegnato poi un elefante.

mosaico con figure di animali
La zona del pavimento vicino all'ingresso della basilica presenta un litostroto a cerchi simili a quello più antico (XII secolo).
Il cerchio centrale è diviso in otto sezioni, mentre quelli laterali in sei.

pavimento del XII secolo
Questa porzione di pavimento è quel che resta di un nuovo mosaico che doveva inquadrare quello più antico.

litostroto vicino all'ingresso della basilica

Durante l'abbaziato di Guido la chiesa venne ampliata sacrificando il nartece, che divenne le due nuove campate della chiesa ((980/1010), che passarono da sette a nove.

navata centrale della basilica con zona d'ampliamento
Nelle controfacciate delle navate laterali si possono notare ancora le bifore tamponate e lacerti di affresco con Profeti del narcete originale, che sono divenute parti integranti dell'interno della basilica.

controfacciata navata laterale: bifora e affreschi del nartece originale
controfacciata navata laterale: bifora e affreschi del nartece originale

Tra il 1010 e il 1026 venne aggiunto l'atrio a tre arcate, opera del magister Mazulo.

facciata dell'atrio e della basilica
arcate dell'atrio
portale della basilica inserito in un arco del nartece originale
L'atrio è decorato con ornamenti in cotto e bassorilievi raffiguranti un'aquila, un leone e un pavone sulla facciata.
Tra gli archi vi sono due croci in cotto decorate con racemi e al centro una mano di Dio benedicente e un Agnus Dei.

decorazioni in cotto dell'atrio
bassorilievi con pavone, aquila e leone
Le due finestre circolari hanno una grata in pietra scolpita con figure fitomorfe e animali.

finestra circolare dell'atrio con grata con animali che mangiano i frutti dell'albero della vita
Sull'arcata centrale dell'atrio si trova una croce di reimpiego in pietra bianca.

croce di reimpiego in pietra bianca
Sono inserite nella muratura una lapide che ricorda i lavori compiuti dell'abate Giovanni di Vidor nel 1150, un busto romano di spoglio, e bacili maiolicati.

lapide di Giovanni di Vidor e busto romano (II sec.d.C.)
bacili maiolicati
bacili maiolicati
La facciata a campana della chiesa ha due monofore che illuminano la navata centrale.

facciata della chiesa, atrio e campanile
La cripta al di sotto del presbiterio sopraelevato, venne inserita tra i 1008 e il 1046.

cripta sotto l'altare
Tra il 1063 e il 1150 vennero aggiunte le absidiole della navate laterali (una delle due è scomparsa durante le successive modificazioni del monastero).

absidiola della navata laterale sinistra
affresco dell'absidiola della navata sinistra

L'affresco del catino absidale della navata centrale, opera di Vitale da Bologna (1351), rappresenta Cristo in gloria circondato da angeli, dalla Vergine, da Santi (tra i quali S.Guido) e Andrea (il committente).

catino absidale: Cristo in gloria circondato da angeli, dalla Vergine e da Santi (Vittore da Bologna - 1351)
Al di sotto di questa raffigurazione sono rappresentati gli Evangelisti, i Dottori della Chiesa, S.Martino, il Battista e il ciclo delle Storie di Sant'Eustachio.

abside: Evangelisti con i rispettivi simboli
abside: Dottori della Chiesa
abside: Storie di Sant'Eustachio (martirio di Sant'Eustachio in un bue di bronzo arroventato)
Nel sottarco dell'abside sono rappresentati in dieci tondi i Profeti.

sottarco dell'abside: i Profeti
Al centro dell'arco un angelo reca un cartiglio con la scritta "Beati oculi qui vident quae vos videtis" ("Beati gli occhi che vedono le cose che vedete").

sottarco dell'abside: Profeti e angelo con cartiglio
Le pareti della navata centrale e la controfacciata sono coperte da affreschi realizzati dalla scuola bolognese trecentesca di Andrea de' Bruni (1370).

affreschi lungo la navata centrale (Andrea de' Bruni -1370)
Gli affreschi della navata centrale sono suddivisi in tre registri.

suddivisione in tre registri degli affreschi della navata centrale

Nella fascia superiore sono illustrate Storie dell'Antico Testamento:

- nella parete meridionale della navata centrale:

Adamo ed Eva / Storie di Caino e Abele
Arca di Noè / Abramo riceve gli angeli
L'ospitalità di Abramo
Isacco, Esaù e Giacobbe
Il sogno di Giacobbe
Il sogno di Giuseppe e l'invidia dei fratelli / Giuseppe venduto ai mercanti e il pianto di Giacobbe
Giuseppe accusa Beniamino / Giacobbe benedice i figli
- nella parete settentrionale della navata centrale:

Due scene non identificabili
Esodo degli Ebrei
Mosè riceve le Tavole della Legge / Il trasporto dell'Arca Santa
a destra: Davide e Golia
Daniele nella fossa dei leoni / Elia sul carro del fuoco
Battaglia dei Maccabei (affresco staccato oggi nel Museo Pomposiano)
Nella fascia mediana vi sono rappresentate Storie della Vergine e del Nuovo Testamento:

- nella parete meridionale della navata centrale

Annunciazione e Visitazione
Natività
Adorazione dei Magi
Strage degli Innocenti
Presentazione al Tempio
Battesimo di Cristo
Le Nozze di Cana
Resurrezione della figlia del sinagogo
Resurrezione del figlio della vedova di Naim
- nella parete settentrionale della navata centrale:

Resurrezione di Lazzaro
Entrata in Gerusalemme
Ultima Cena
Orazione nell'orto / Cattura di Cristo
Crocifissione
Deposizione nel sepolcro
Angelo che appare alle pie donne / Noli me tangere
Incredulità di S.Tommaso
Ascensione / Pentecoste

Nella fascia inferiore, nei pinnacoli tra un arco e l'altro, sono raffigurate Scene e Allegorie dell'Apocalisse di Giovanni:

- nella parete meridionale della navata centrale:

S.Giovanni in estasi a Patmos / apparizione di figura simile a Cristo con spada che esce dalla bocca
I sette candelabri / Figura sul trono con libro in mano chiuso da sette sigilli e 24 anziani coronati
a sinistra: Agnello immolato con sette corna e sette occhi, circondato dai simboli degli Evangelisti
I quattro cavalieri dell'Apocalisse
Schiera di angeli che cercano di fermare l'impeto dei cavalieri
Alle anime immolate a causa della parola di Dio viene data una veste bianca
Flagelli che uccisero un terzo dell'umanità: tre cavalieri con teste di leone e cavalli con code di serpenti
S.Giovanni prende dall'angelo il libro aperto e lo divora / S.Giovanni misura il santuario di Dio a Babilonia

- nella parete settentrionale della navata centrale:

Città di Babilonia / idra sul punto di aggredire la Chiesa
Battaglia degli angeli contro il demonio e Arcangelo Michele
Altri angeli combattono contro il demonio
Bestia che sorge dal mare con sette teste e dieci corna, simile ad una pantera e con zampe d'orso / Bestia con corna d'agnello (simbolo del paganesimo) / Angelo con Vangelo
Angelo annuncia la caduta di Babilonia
Figura simile a Cristo con una falce in mano / Angelo che gli dice di mietere la terra / donna con coppa d'oro seduta su una bestia con sette teste
Cavallo bianco cavalcato da uomo che si chiamava "Fedele e Verace" combatte con una spada in bocca ed è seguito dagli eserciti del cielo
Un angelo dice agli uccelli di radunarsi al banchetto divino
Angelo con catena in mano che afferra il dragone (Satana) e lo incatena per mille anni

Sulla controfacciata è raffigurato il Giudizio Universale.

controfacciata: Giudizio Universale
In alto è raffigurato Cristo benedicente.
Sotto in una mandorla il Cristo giudice tra angeli musicanti e Apostoli.

Cristo Giudice con angeli musicanti e Apostoli
In basso a sinistra vi sono i dannati, mentre a destra i beati, i Patriarchi con le anime del Limbo, S.Benedetto e l'abate Aimerico che commissionò l'affresco.

I dannati
I dannati e Lucifero
I beati e i Patriarchi con le anime del Limbo
I Patriarchi e S.Benedetto con Aimerico (il committente)
I muri che chiudono le navate laterali dando luogo ad una sequenza di cappelle laterali irregolari, furono costruiti tra il 1736 e il 1802 per dare stabilità alla basilica e contrastare la massa dell'adiacente campanile.
Alcuni muri sono decorati con affreschi a riquadri con elementi geometrici e figure di Santi.

sequenza di muri divisori delle cappelle laterali della basilica
cappella laterale
decorazione a riquadri con figure geometriche e Santi di una cappella
Nella basilica dal 2000 si trova custodito un reliquiario con la tibia di S.Guido, l'abate che tanto si prodigò per l'Abbazia di Pomposa e che dopo la sua morte divenne Santo.

reliquiario di S.Guido
S.Guido morì nel 1046 mentre si stava recando nell'attuale città di Fidenza dove l'imperatore Enrico III aveva convocato un sinodo di vescovi e abati.
Il suo corpo fu portato a Parma per poi ricondurlo a Pomposa dai monaci che lo avevano accompagnato nel viaggio; ma il verificarsi di miracoli in presenza della salma indussero Enrico III a trasferirlo prima nella Chiesa di S,Zeno a Verona e poi nella Chiesa di S.Giovanni a Spira in Germania.
La chiesa venne distrutta nel 1689 e i resti del Santo trasferiti nel Duomo.
Una volta che la chiesa fu ricostruita, furono lì riportati, ma nel 1794 i soldati francesi saccheggiarono la chiesa e dispersero le reliquie di S.Guido, che vennero solo parzialmente recuperate.
reliquario con la tibia di S.Guido
Il reliquario è incorniciato da 12 cristalli e da 12 spire di ametista come riferimento alla Gerusalemme celeste.
I fiori a stella fanno riferimento invece alla stella di Pomposa, stemma dell'abbazia.

Addossata alla prima colonna sinistra della navata centrale si trova un'acquasantiera con quattro telamoni (XII secolo).

acquasantiera (XII sec.)

Il campanile, posto sulla sinistra dell'atrio della chiesa, fu costruito nel 1063.
Come afferma una lapide murata nel campanile stesso, fu opera dell'architetto Deusdedit, quando era papa Alessandro II, re Enrico e abate Mainardo.

campanile e atrio
E' alto 48m ed è diviso in nove moduli separati da cornici, con finestre sempre più numerose e più larghe man mano che si sale.

campanile con finestre sempre più larghe e numerose dal basso all'alto
Ha un basamento a forma tronco-piramidale a gradoni e una copertura a cuspide in cotto.
Il paramento è a mattoncini rossi e gialli.

basamento a gradoni del campanile
cuspide in cotto del campanile
E' decorato con tralci in cotto, lesene, fasce a dente di sega, archetti pensili, formelle fittili con animali o motivi floreali.
Sono incastonati nella muratura bacili provenienti dai paesi del Mediterraneo: 18 sono antichi e decorati con pesci, alberi, fiori, uccelli.

decorazioni del campanile
decorazioni del campanile
Sul fianco destro della chiesa si trovava il chiostro.
Oggi rimane solamente il muretto perimetrale, i pilastri agli angoli e un pozzo.

chiostro
uno dei pilastri angolari del chiostro
Sul lato est e sud del chiostro si trovano gli edifici del convento.

L'ambiente più vicino alla chiesa è l'Aula capitolare.

esterno dell'Aula capitolare
Aula capitolare
La sala fu affrescata nel XIV secolo dal Maestro del Capitolo.
Al centro della parete di fronte all'ingresso si trova dipinta una Crocifissione.

Crocifissione
A destra dell'affresco, in nicchie architettoniche a forma di bifora sono raffigurati S.Paolo e S.Guido, mentre a sinistra S.Pietro e S.Benedetto.

S.Benedetto e S.Pietro
S.Paolo e S.Guido
Sulle altre pareti sono invece rappresentati a monocromo alcuni Profeti.
Sulla parete sinistra:

Zaccaria e Giovanni Battista
Ezechiele e Daniele
Sofonia e Amos
Sulla parete destra:

Gioele e Abacuc
Geremia e Isaia
Mosè e Davide
La porta è archiacuta e le due bifore hanno conci in cotto lavorato e dipinto.
Il soffitto a cassettoni ha mensole d'appoggio lavorate e travetti con disegni geometrici e fogliacei.

aperture sul chiostro
porta e bifore dell'Aula capitolare
decorazione in cotto della porta dell'Aula capitolare

Accanto all'Aula capitolare, nell'angolo su-ovest del chiostro, un'apertura ad arco introduce al Museo Pomposiano, allestito al primo piano dell'edificio, dove vi era il dormitorio dei monaci.

Dormitorio / Museo Pomposiano
L'attuale unico ambiente, era un tempo suddiviso in piccole celle, ognuna con una finestra.
La copertura è a capriate, un tempo dipinte.

Nel museo sono esposti materiali di scavo e di restauro del complesso abbaziale: stucchi, maioliche, affreschi staccati, iscrizioni, marmi (VI/XIX secolo).

affresco a riquadri geometrici e con Santo (staccato dalla navata laterale della basilica)
Battaglia dei Maccabei (affresco staccato dalla parete settentrionale della navata centrale - registro con Scene del Vecchio Testamento)
Vergine col Bambino in trono con due angeli in una cornice a tarsie geometriche (era posta sopra la porta d'ingresso del muro esterno della basilica)
bassorilievo con animali fantastici
frammento di fregio con grifo
capitelli
capitello riutilizzato come acquasantiera (VI sec.)
ceramiche (XIV/XVI sec.)
oggetti in vetro (XIV/XVI sec.)
elementi architettonici/decorativi
Allegorie di America, Europa, Africa e Asia (statue in terracotta dipinte in bianco provenienti da Villa dei Guiccioli - XIX sec.)
elementi decorativi
pluteo in stucco (recinto presbiterale - VII/VIII sec.)
Attraverso una scala si poteva accedere alla basilica.

scala nella basilica di accesso al dormitorio

Sul lato orientale del chiostro si trova la cosiddetta Sala delle Stilate.
La destinazione d'uso di quest'ambiente è incerta: forse era un parlatorio o forse un magazzino.

Sala delle Stilate
Presenta pilastri lignei di sostegno del solaio.
Probabilmente tamponature tra i pilastri servivano a suddividere l'ambiente.


Sul lato meridionale del chiostro si trovano la cucina, il refettorio e refettorio piccolo.

Il Refettorio presenta finestre ad arco acuto e a doppia strombatura.
La copertura è a capriate lignee.

Refettorio
Refettorio
Sono qui ancora presenti alcuni affreschi.

Sulla parete est: Ultima Cena (Giuda ha l'aureola nera), Cristo in trono con la Vergine, S.Giovanni Battista e i Santi Benedetto e Guido (Deesis) il Miracolo di S.Guido (l'abate trasforma l'acqua in vino alla presenza dell'arcivescovo di Ravenna Gebeardo).
Questi affreschi furono probabilmente opera della scuola di Pietro da Rimini (1318/1328).

Ultima Cena
Cristo in trono con la Vergine, S.Giovanni Battista e i Santi Benedetto e Guido
Miracolo di S.Guido
particolare dell'affresco Miracolo di S.Guido
Sulla parete nord vi è l'affresco Orazione nell'orto e la sinopia dell'affresco della parete di fondo.

Orazione nell'orto
particolare dell'affresco Orazione nell'orto
particolare dell'affresco Orazione nell'orto
sinopia del Miracolo di S.Guido
sinopia dell'Ultima Cena
Sulla parete sud affreschi di Scene quotidiane del convento.

Scene quotidiane al convento
Sulla parete ovest un doppio ordine di quadretti scanditi da colonnine tortili, e nella parte alta della parete un timpano con rosone.

affresco a riquadri e timpano con rosone (parete ovest)
particolare dell'affresco
Si possono anche notare sovrapposizioni di affreschi di periodi diversi, dovuti anche all'ampliamento del refettorio nel 1318.

sovrapposizioni di affreschi

A ovest il chiostro era chiuso da un edificio che fungeva da portineria, un porticato e di fronte alla chiesa dal Palazzo della Ragione, tutt'ora esistente.

Palazzo della Ragione
L'edificio a pianta rettangolare, costruito sotto l'abbaziato di Guido degli Strambiati (1008/1049), era il luogo in cui l'abate amministrava la giustizia.

Il palazzo presenta un doppio loggiato.

doppio loggiato del Palazzo della Ragione
doppio loggiato del Palazzo della Ragione
Il loggiato inferiore è costituito da una doppia serie di otto arcatelle a tutto sesto poste ai lati di un arco centrale.
I pilastrini sono in laterizio e le colonne hanno capitelli bizantini.

loggiato inferiore con arco d'ingresso
colonne con capitelli bizantini e pilatri in laterizio del loggiato inferiore
loggiato inferiore e ingresso al complesso monastico
Il loggiato superiore, costituito da 25 arcatelle a tutto sesto intervallate da un pilastro in mattoni ogni 4 colonnine moderne, fu chiuso tamponando le arcatelle nel 1396, e al loro posto vennero aperte cinque nuove finestre.

L'attuale aspetto si deve ai lavori effettuati dalla Sovrintendenza tra il 1925 e il 1931.
La decorazione con bacili fu sostituita con buche pontaie.


www.abbaziadipomposa.altervista.org
Orario chiesa:                        aperta tutti i giorni   9.00/19.00
Costo: GRATIS

Orario complesso abbaziale:   martedì/domenica     9.00/19.00
Costo: 5€
festivi e domenica 3€
GRATIS la prima domenica del mese

Durante la bella stagione si può anche salire sul campanile.


CONCLUSIONI
L'Abbazia di Pomposa è un vero gioiello dell'arte romanica.
Incredibilmente questo luogo religioso ha saputo conservare, anche dopo più di mille anni dalla sua fondazione, la quiete e la serenità che si respirano nei luoghi di meditazione e di preghiera.
Pur non trovandosi più su un'isola, ha mantenuto "l'isolamento" dal mondo.
E come non poter rimanere attoniti davanti agli affreschi della sua chiesa, che ancora raccontano la bellezza dell'arte del Quattrocento?!



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