mercoledì 10 gennaio 2018

Mantova: il Tempio di S.Sebastiano


Nel 1459 il marchese Ludovico II Gonzaga incaricò l'architetto Leon Battista Alberti di progettare una chiesa nella parte meridionale di Mantova, appena all'interno delle mura della città, in una zona all'epoca paludosa e malsana.

stemmi con cimieri gonzageschi provenienti dal Tempio di S.Sebastiano (Museo della Città di Palazzo S.Sebastiano)
Il luogo di culto, i cui lavori iniziarono nel 1460, fu dedicato a S.Sebastiano protettore dalle pestilenze.
La chiesa sorse su un preesistente antichissimo oratorio dedicato al Santo (981).

Il motivo per cui venne scelta proprio questa zona di Mantova per costruirvi un tempio non è ancora stato accertato, come non si conoscono le funzioni di questo edificio religioso: forse doveva divenire un nuovo sepolcro per i membri della famiglia Gonzaga, un mausoleo privato, o forse un tempio votivo.

mensola con voluta proveniente dal Tempio di S.Sebastiano (Museo della Città di Palazzo S.Sebastiano)
Il progetto di Leon Battista Alberti si fondava su rapporti matematici precisi, e prendeva come riferimento l'architettura antica dei Martyria paleocristiani, le aule termali imperiali, gli antichi  mausolei romani sparsi lungo la Via Appia a Roma.

pianta del Tempio di S.Sebastiano
Il Tempio di S.Sebastiano fu una delle prime chiese rinascimentali a pianta centrale.
Il figlio di Ludovico, il cardinale Francesco Gonzaga, non apprezzò molto l'innovazione apportata dall'Alberti, dicendo che per la sua forma poteva sembrare anche una moschea o una sinagoga.
Non sono rimasti i disegni originali del progetto, ma è pervenuta una copia cinquecentesca eseguita da Antonio Labacco.
L'Alberti aveva progettato infatti una chiesa a pianta centrale a croce latina iscritta in un quadrato, con tre absidi semicircolari e con quattro bracci coperti da volte a botte.

Come un tempio romano la chiesa era posta su un alto podio (trasformato poi per volere di Ludovico in cripta), e aveva un portico autonomo come fosse un pronao.

Tempio di S.Sebastiano
aperture della cripta e della chiesa superiore
Luca Fancelli si occupò della costruzione della chiesa, che non era ancora finita quando Leon Battista Alberti morì (1472).

Nel 1512, quando la chiesa era già stata ceduta ai Canonici Lateranensi, venne costruita una volta a crociera
La chiesa venne terminata quarant'anni dopo l'inizio dei lavori e consacrata nel 1529.

Dopo un uso improprio dell'edificio (magazzino per granaglie e poi per il fieno), e un lungo abbandono, la chiesa venne restaurata in modo arbitrario tra il 1922 e il 1925, quando venne trasformata in famedio, un sacrario per commemorare e accogliere i caduti della prima guerra mondiale.

Durante questo restauro venne spostato l'accesso alla chiesa superiore.
Originariamente questo avveniva sulla sinistra della facciata mediante una scala (ancora oggi esistente), posta all'interno di una loggia.

loggetta e ingresso originale
loggetta
Dalla loggia poi si poteva accedere al portico.

aperture del portico
Durante questo restauro inoltre vennero tamponate le aperture verso il portico (anche sulla destra della facciata vi era infatti una scala oggi non più esistente), e vennero costruite due scalinate d'accesso in facciata.

Vennero anche apportate altre modifiche: due finestre della chiesa superiore vennero trasformate in porte, mentre le nuove scale coprirono due arcate della chiesa inferiore.

La facciata presenta oggi a livello della chiesa inferiore tre aperture incorniciate da archi a tutto sesto alternate a lesene, mentre a livello della chiesa superiore due porte laterali incorniciate da archi a tutto sesto, e tre aperture centrali con copie in resina dei plutei che in origine le decoravano.

plutei
Nei plutei sono raffigurati putti che reggono una ghirlanda contenente il sole raggiato, impresa dei Gonzaga.

pluteo con impresa del Sole raggiato
pluteo con stemma gonzagesco
pluteo con impresa del Sole raggiato
I plutei originali (altri due erano posizionati dove ora giungono le scale), si trovano conservati nel vicino Museo Civico di Palazzo S.Sebastiano.

pluteo laterale originale del Tempio di S.Sebastiano (Museo della Città di Palazzo S.Sebastiano)
apluteo centrale originale del Tempio di S.Sebastiano (Museo della Città di Palazzo S.Sebastiano)
pluteo laterale originale del Tempio di S.Sebastiano (Museo della Città di Palazzo S.Sebastiano)
particolare di un pluteo originale del Tempio di S.Sebastiano (Museo della Città di Palazzo S.Sebastiano)
particolare di un pluteo originale del Tempio di S.Sebastiano (Museo della Città di Palazzo S.Sebastiano)
retro dei plutei
Superiormente la facciata si chiude con un architrave spezzato, un timpano e un arco siriaco.

timpano della facciata del Tempio di S.Sebastiano
Lesene doriche sono poste agli angoli della facciata, mentre altre più piccole inquadravano un affresco di Andrea Mantegna che raffigurava la Madonna in trono con S.Sebastiano, S.Fabiano e Francesco II.

lesene centrali della facciata
affresco presente nell'interno della chiesa (probabilmente si tratta dell'affresco staccato dalla facciata: Madonna in trono con S.Sebastiano, S.Fabiano e Francesco II del Mantagna)
Sulla destra della facciata si trova un piccolo giardino e il convento, trasformato nel tempo in caserma e oggi in restauro.

giardino della chiesa
L'interno della chiesa inferiore/cripta (che non ha collegamenti interni con la chiesa superiore), è diviso in sette navate da grossi pilastri sui quali sono incisi i nomi dei caduti di Guerra.

ingresso cripta
una navata della cripta
pilastri con i nomi dei caduti
Nella cappella terminale del braccio destro della cripta sono anche conservate un'urna con i resti di alcuni Martiri di Belfiore e le forche alle quali furono appesi.

urna con i resti di alcuni Martiri di Belfiore e forche ai quali furono appesi
Nella storia risorgimentale di Mantova si ricordano gli 11 martiri morti per impiccagione o fucilazione nella valletta di Belfiore.

Nel 1850 una ventina di patrioti del Lombardo-Veneto fondarono a Mantova un Comitato insurrezionale mazziniano, che si occupava di diffondere documenti rivoluzionari.
A capo del comitato vi erano don Enrico Tazzoli e Giovanni Acerbi.
Nel 1852 questo comitato clandestino fu scoperto e il tribunale militare austriaco condannò a morte i suoi aderenti.

Il Tempio di S.Sebastiano ha conservato per un po' di tempo il monumento commemorativo smontato (opera di Miglioretti), destinato a ospitare le reliquie dei patrioti e le cinque forche, che era stato eretto nel 1872 in Piazza Sordello.
Il monumento fu smantellato nel 1930 per volere delle autorità fasciste: i resti dei martiri vennero traslati in una nuova urna al Tempio di S.Sebastiano, mentre le forche vennero portate al Museo del  Risorgimento.
Nel 2002 il monumento fu ricomposto e collocato a Belfiore.

L'interno della chiesa superiore appare essenziale, quasi spoglio.

interno del Tempio di S.Sebastiano
interno del Tempio di S.Sebastiano
decorazione della chiesa
L'altare è posto sotto una pergola sorretta da colonne toscane.

altare con pergola
particolare dell'architrave della pergola dell'altare
Si trova alla sua destra un monumento dedicato alla Resistenza, opera degli scultori Albano Seguri e Aldo Bergonzoni.

Hanno trovato posto nell'aula della chiesa alcuni modelli lignei delle opere maggiori di Leon Battista Alberti, esposti nella mostra tenutasi a Mantova nel 1994.

Palazzo Rucellai e Loggia Rucellai (Firenze)
Chiesa della SS.Annunziata (Firenze)
Sepolcro Rucellai (Firenze)
Tempio Malatestiano (Rimini)
facciata della Chiesa di S.Maria Novella (Firenze)
Quartiere Sant'Andrea (Mantova)
Basilica di Sant'Andrea (Mantova)
Tempio di S.Sebastiano (Mantova)


http://www.palazzote.it/index.php/it/san-sebastiano
IMPORTANTE: si accede al tempio solo con visite accompagnate che partono dalla biglietteria del Museo Civico di Palazzo S.Sebastiano
Orario: lunedì                       13.00/17.30
            martedì/domenica     10.00/17.30
Costo: 12€   (Tempio di S.Sebastiano + Palazzo Te + Palazzo S.Sebastiano)
            biglietto compreso nella MANTOVA CARD
            GRATIS il lunedì successivo alla prima domenica del mese


CONCLUSIONI
E' difficile passare accanto al Tempio di S.Sebastiano e non accorgersi della particolarità di questa chiesa!
Leon Battista Alberti ha voluto riprodurre l'architettura antica romana in chiave umanistica.
Quel che più colpisce visitando il suo interno è l'armoniosità delle proporzioni, visto che oggi risulta spoglia di ogni arredo e decorazione.


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