lunedì 12 febbraio 2018

Torino: il Museo Egizio (prima parte)


Non si può introdurre questo sito museale se non con le parole usate da tutti:
"Il Museo Egizio di Torino è il più antico museo egizio al mondo (1824), e per importanza è secondo solo a quello del Cairo".
Fu infatti re Carlo Felice a volere un luogo in cui riunire le collezioni di reperti egizi di Casa Savoia con le collezioni di Vitaliano Donati, professore di botanica alla Regia Università di Torino, che era stato inviato da Carlo Emanuele III di Savoia in Egitto e nel Levante, alla ricerca di antichità.


L'edificio che divenne sede delle collezioni egizie dal 1824 fu il Collegio dei Nobili, costruito da Michelangelo Garove su progetto del gesuita Carlo Maurizio Vota nel 1679, come sede del collegio gesuita destinato all'istruzione dei rampolli delle ricche famiglie torinesi.
Era questo un edificio dalle grande dimensioni: era costituito da otto camerate disposte su una doppia fila di celle (per un totale di 90 ospiti), da refettorio, cappella e teatro.
Quando venne soppresso l'ordine dei gesuiti, il teatro del collegio venne trasformato dal Quarini, per volere di Vittorio Amedeo III (1783), in una sala di riunioni della Regia Accademia delle Scienze.
Le decorazioni della sala furono realizzate da Giovannino Galliari (1787).
Lo scalone del palazzo è opera dell'ingeniere Alessandro Mazzucchetti.
scalone del palazzo
Oggi oltre al Museo Egizio e all'Accademia delle Scienze, l'edificio ospita anche la Galleria Sabauda.

ingresso al palazzo del museo
Varcato il portone d'ingresso del palazzo, s'accede al suo cortile.

cortile interno del palazzo che ospita il museo
Entrati nell'edificio si scende tramite una scala mobile al piano ipogeo del palazzo.
Qui il visitatore viene accolto in un open space dove vi è la biglietteria, il book shop e il guardaroba.

ingresso al museo
La visita del museo si articola su quattro piani.
Le videoguide (comprese nel prezzo del biglietto), aiutano i visitatori alla comprensione dei reperti esposti in ordine cronologico.
Si parte dal piano più alto del museo, il secondo.
Ma prima di salire con una lunga scala mobile ai piani superiori, si visitano le sale del piano ipogeo, dove viene illustrata la storia del museo, delle sue collezioni e degli uomini e donne che lo hanno reso così importante.

Sono qui esposti alcuni reperti che hanno costituito le pietre miliari della raccolta.
Tra questi la celebre Mensa Isiaca, facente parte di un lotto della collezione appartenuta ai duchi Gonzaga di Mantova, acquistata da Carlo Emanuele I di Savoia tra il 1626 e il 1630.
La Mensa Isiaca (una lastra in bronzo ageminato in argento, rame e una lega chiamata "niello"), fu realizzata nel I secolo d.C. a Roma, e probabilmente proviene dall'Iseo Campese, il tempio dedicato al dea Iside.

Mensa Isiaca (I sec.d.C.)

Si deve al conte Carlo Vidua di Conzano l'acquisto da parte di Vittorio Emanuele I di Savoia della collezione che Bernardino Drovetti (console francese ad Alessandria d'Egitto), aveva riunito partecipando a spedizioni archeologiche o acquistando antichità (5628 oggetti venduti a 400.000 mila lire italiane).

Bernardino Drovetti in compagnia di altri collaboratori alle ricerche
 Faceva parte della collezione Drovetti il Libro dei Morti di Iuefankh qui esposto.

Libro dei Morti di Iuefankh
particolare del Libro dei Morti di Iuefankh
particolare del Libro dei Morti di Iuefankh
particolare del Libro dei Morti di Iuefankh
Questo libro in papiro di epoca tolemaica (332/330 a.C.), lungo circa 19m, segnò una tappa importante nello studio dei testi d'argomento funerario e religioso: con i suoi 165 capitoli costituisce un canone di riferimento.

trascrizione del Libro dei Morti di Iuefankh
Appartenevano alla collezione Drovetti anche la stele del Sovrintendente dei cancellieri Meru e la cornice di porte a nome del visir Neferrenpet e del capo squadra Neferhotep.

stele del Sovrintendente dei cancellieri Meru (Medio Regno - XI Dinastia - 2009/1959 a.C.- Abido o Tebe)
cornice di porte a nome del visir Neferrenpet e del capo squadra Neferhotep (Nuovo Regno - XVIII/XX Dinastia -1539/1076 a.C.- Tebe)
Alcuni reperti acquistati in Egitto dal conte Carlo Vidua sono in prestito al Museo Egizio di Torino.

collezione del conte Carlo Vidua
Fanno parte delle collezione recuperate da Vitaliano Donati in Egitto (1759/1792), tre statue di grandi dimensioni: una statua della dea Iside, una statua della dea Sekhmet e una statua di un sovrano stante.

statua della dea Sekhmet
statua della dea Iside
Nel 1824 Jean-François Champollion arrivò a Torino, e qui decifrò e catalogò per nove mesi molti reperti.
Tra questi reperti vi era il Canone Regio o Papiro dei Re o Papiro di Torino, un rotolo di papiro frammentario in grafia ieratica.

Canone Regio (Nuovo Regno - XIX Dinastia - 1292/1290 a.C.)
Canone Regio (Nuovo Regno - XIX Dinastia - 1292/1290 a.C.)
Canone Regio (Nuovo Regno - XIX Dinastia - 1292/1290 a.C.)
Lo studio di questo papiro portò alla decifrazione della cronologia egizia: uno scriba della XIX Dinastia lo scrisse su retro di un documento amministrativo di contabilità.
Nelle 11 colonne sono riportati i nomi dei sovrani e la durata dei loro regni, sino al Secondo Periodo Intermedio.

trascrizione di alcune colonne del Papiro Regio
ricostruzione grafica dei frammenti del Papiro Regio
Tra i primi direttori del museo (1894/1928) ci fu Ernesto Schiapparelli, che condusse anche ben dodici campagne di scavo in Egitto.

Ernesto Schiapparelli
Schiapparelli condusse nel 1903 una campagna di scavi a Giza dalla quale provengono alcuni reperti del museo.
E' qui presente il Sacofago di Ibu, trovato da Schiapparelli durante la campagna di scavo del 1905/1906 a Qau el-Kebir.

Sarcofago di Ibu (Medio Regno - XII Dinastia - 1939/1759 a.C. - Qau el-Kebir).)
Ernesto Schiapparelli volle essere affiancato dall'antropologo Giovanni Morra durante i suoi scavi a Gebelein e Assiut.


Grande collaboratore di Ernesto Schiapparelli fu Francesco Ballerini, al quale si devono gli appunti, i disegni e le fotografie delle campagne di scavo.
Insieme avviarono nel 1903 gli scavi nella Valle delle Regine, dove scoprirono la tomba di Nefertari, moglie di Ramesse II.


Nel sito del villaggio di Deir el-Medina Schiapparelli avviò una campagna di scavo che portò alla luce papiri di epoca tolemaica, la Tomba di Kha e Merit, la Cappella di Maia e un villaggio di artigiani che lavorò nella Valle dei Re e nella Valle delle Regine.


Altri scavi furono condotti a Ashmunein e a Eliopoli.



La direzione del museo, dopo la morte di Ernesto Schiapparelli, fu affidata a Giulio Farina, che aveva affiancato il suo predecessore in alcuni scavi in Egitto e che da solo ne aveva condotti altri tre nella località di Gebelein.

Alla restauratrice Erminia Caudana si deve il lavoro di restauro di numerosi papiri del museo.

Erminia Caudana
Durante la Seconda Guerra Mondiale, per preservare le collezioni del museo dai bombardamenti, alcuni reperti trasportabili furono trasferiti nel Castello di Agliè, mentre quelli di maggiori dimensioni rimasero nel museo, protetti adeguatamente.
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Ora saliamo al Secondo Piano del palazzo dove inizia un percorso nel tempo, partendo dall'epoca predinastica, un periodo lungo 1000 anni senza testimonianze scritte, in cui l'Egitto si compone di comunità non ancora unite sotto un unico sovrano.
I reperti illustrano la vita quotidiana di un'epoca così lontana.

utensili e materiali preistorici e predinastici (da Gebelein, Hammamia ed Eliopoli)
tavolozze per cosmetici
teste di mazza (3900/300 a.C.)
strumenti per la caccia
statuette femminili (Epoca Predinastica ed Epoca Protodinastica)
sepoltura in vaso (Epoca Protodinastica/inizio Epoca Dinastica - Gobelein)
Il primo reperto che si presenta entrando nella prima sala è una mummia predinastica, una delle più antiche in assoluto, un uomo adulto di circa quarant'anni mummificatosi naturalmente 5500 anni fa (3500 a.C.), e ritrovato con il suo corredo funerario (sandali, frammenti di borsa, panieri, frecce).

mummia di uomo adulto con corredo funerario (Epoca Predinastica - Naqada II - 3500 a.C.)
Un altro reperto importante è la tela di Gebelein, la più antica pittura su lino mai rinvenuta.
Fu trovata durante uno scavo condotto da Giulio Farina nel 1930 nella necropoli di Gebelein (a circa 30 km da Tebe), ripiegata accanto al defunto.
I quattro pannelli sono costituiti da frammenti dipinti in rosso, nero e bianco, che raffigurano scene di caccia, danza e navigazione.

pannello con frammento della tela di Gobelein (3650/3600 a. C. - Gobelein)
pannelli con frammenti della tela di Gobelein (3650/3600 a. C. - Gobelein)

Si prosegue la visita ripercorrendo l'Antico Regno, quel periodo storico compreso tra la III e la VI Dinastia (2592/2118 a.C.), il periodo delle piramidi e dei geroglifici.

La statua della Principessa Redji, in granodiorite, è una delle statue più antiche presenti nel museo (2592/2543 a.C.).

statua della Principessa Radji (2592/2543 a.C.)
particolare della statua della Principessa Radji (2592/2543 a.C.)
Era di questo periodo il sarcofago di Principe Duaenra, visir e scriba dei libri sacri, figlio del faraone Chefren e della regina Maresankh.

sarcofago di Principe Duaenra (Antico Regno - IV Dinastia - 2543/2435 a.C. - Giza)
Facevano parte dell'architettura delle tombe di questo periodo le steli falsaporta, che rappresentavano aperture simboliche tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti, garantendo al defunto il sostentamento di cibo per l'aldilà.
In questa sala sono presenti le due steli falseporte del cortigiano Kai, la stele falsaporta della Principessa Uhem-Neferet, la stele falsaporta di Tjentet e la stele falsaporta di Khentkaues, sacerdotessa di Hathor

stele falsaporta del cortigiano Kai
stele falsaporta di Tjentet (Antico Regno - IV/V Dinastia - 2543/2305 a.C. -  Giza)
stele falsaporta della Principessa Uhem-Neferet
stele falsaporta di Khentkaues, sacertodessa di Hathor (Antico Regno - fine VI Dinastia - 2200/2118 a.C. - Giza)
La statua incompleta di Iteti, ispettore dei sacerdoti puri della piramide di Chefren a Giza, fu ritrovata rotta in due pezzi.
E' qui conservata anche la stele falsaporta della sua mastaba.

statua incompleta di Iteti (Antico Regno - IV Dinastia - 2543/2435 a.C. - Giza)
stele falsaporta della mastaba di Iteti (Antico Regno - IV Dinastia - 2543/2435 a.C. - Giza)
Sempre dalla necropoli di Giza giungono la stele a tavoletta di Itjer, un bacile per le offerte e un rilievo del cortigiano Kai.

stele a tavoletta di Itjer (Antico Regno - IV Dinastia - 2543/2435 a.C. - Giza)
bacile per le offerte (Antico Regno - 2592/2118 a.C. - Giza)
rilievo del cortigiano Kai e di sua moglie (Antico Regno - IV/VI Dinastia - 2543/2118 a.C. - Giza)
Dalla mastaba che riporta il nome del cortigiano Perim provengono un sarcofago in legno, l'arredo funerario e un bacile per le offerte.

sarcofago in legno di Perim (Antico Regno - V Dinastia - 2435/2305 a.C. - Gebelein)
arredo funerario della mastaba di Perim (Antico Regno - V Dinastia - 2435/2305 a.C. - Gebelein)
bacile per le offerte della mastaba di Perim (Antico Regno - V Dinastia - 2435/2305 a.C. - Gebelein)
Sono qui esposti gli stipiti di una porta e una lastra di rivestimento di una parete decorata in rilievo della tomba di Sepedhotep, sovrintendente degli scribi, ispettore degli scribi dei documenti regali, iniziato ai segreti del dio e cortigiano.
Altri reperti provenienti da questa tomba si trovano a Berlino, a Copenhagen e al Cairo.

stipite sinistro della porta della tomba di Sepedhotep (Antico Regno - V Dinastia - 2470/2330 a.C. - Saqqara)
lastra di rivestimento della parete della tomba di Sepedhotep (Antico Regno - V Dinastia - 2470/2330 a.C. - Saqqara)
Tunica plissettata e sandali appartengono ad una tomba rivenuta nella necropoli di Gebelein.

tunica plissettata (Antico Regno - V/VI Dinastia - 2435/2118 a.C. - Gebelein)
sandali (Antico Regno - V/VI Dinastia - 2435/2118 a.C. - Gebelein)
Dalla necropoli di Gebelein provengono i reperti di questa tomba: un sarcofago in legno, nel quale è stato rinvenuto un fagotto con all'interno un corpo in posizione rannicchiata.
Provengono da questa stessa tomba i frammenti di papiri contabili qui esposti.

sarcofago in legno, fagotto con corpo e frammenti di papiri contabili
fagotto con corpo rannicchiato
Proviene da Assiut il sarcofago in legno nel quale, oltre alla defunta e a parte del suo corredo, sono state deposte molte tuniche, bende e teli.

sarcofago con teli, bende e tuniche (Antico Regno - Assiut)
Particolare è anche questa sepoltura proveniente da Assiut: in una doppia cesta rettangolare in giunchi sono stati trovati il corpo di una donna rannicchiato che indossava una tunica, e un'altra tunica ripiegata e posta sotto la sua testa.

sepoltura in cesta di giunchi con due tuniche plissettate
Se si sale una scala posta in fondo alla sala appena visitata, si può accedere ad un mezzanino che corre lungo una lato dell'ambiente, le cosiddette Gallerie della cultura materiale, dove sono state posizionati armadi contenenti diversi manufatti, raggruppati secondo il genere, realizzati con differenti materiali.

Gallerie della cultura materiale
poggiatesta e armi
vasi canopi
modellini in legno
modellini in terracotta
sandali e scarpe
statuette di divinità
Ushebty
Ridiscesa la scala, si passa a visitare la seconda sala di questo piano.

Entrando sulla sinistra sono esposti i reperti provenienti dalla Tomba degli Ignoti (Antico Regno - V Dinastia - 2435/2305 a.C. - Gebelein), così chiamata perché non sono stati trovati i nomi dei defunti di questa sepoltura costituita da tre camere (di cui una lasciata vuota), scoperta nel 1911 in una missione diretta da Ernesto Schiapparelli nel sito di Gebelein, a 30km da Luxor.

pianta della Tomba degli ignoti
Nella camera centrale sono stati trovati quattro sarcofaghi: uno in pietra, uno in legno contenente solo tessuti arrotolati, uno grande (in restauro al momento della nostra visita), che conteneva un secondo sarcofago.

camera centrale della Tomba degli Ignoti: sarcofaghi e corredo funerario della camera centrale
camera centrale della Tomba degli Ignoti: sarcofago in pietra e sarcofago in legno, e parte del corredo
Particolare è la mummia ritrovata nel sarcofago in pietra: il cadavere ha infatti gli arti bendati separatamente, e presenta il viso disegnato di nero, come anche i capezzoli.

camera centrale della Tomba degli Ignoti: mummia del sarcofago in pietra
camera centrale della Tomba degli Ignoti: mummia del sarcofago in legno all'interno del sarcofago più grande
Nella seconda camera della Tomba degli Ignoti è stato trovato un solo sarcofago tenuto insieme da  legacci di cuoio e intonacato di bianco.
Accanto al sarcofago vi erano ciotole e funi servite per il trasporto nella tomba.

sarcofago di una camera della Tomba degli Ignoti

Risale al Primo Periodo Intermedio (periodo tra l'Antico e Medio Regno - VII/ XI Dinastia - 2118/1980 a.C.) la Tomba di Iti e Neferu, anch'essa rinvenuta nel sito di Gebelein.

Il nome del proprietario della tomba, capo delle truppe e tesoriere del re, è stato trovato scritto insieme a quello della moglie, su una stele.

stele funeraria che indica i nomi di Iti e Neferu  (Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
stele che raffigura due coppie di arcieri di diversa etnia (Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
E' una tomba semirupestre e la facciata era costituita da pilastrini in mattoni, che fronteggiavano un cortile.

pianta della tomba di Iti e Neferu
All'interno un corridoio dava accesso a 11 camere affiancate: 10 per contenere gli arredi funerari e una, interamente affrescata, adibita a cappella per il culto dei proprietari defunti.

pitture della Tomba di Iti e Neferu
Sono state ritrovate di buono stato di conservazione le pitture che ricoprivano le pareti della cappella per il culto:

Tomba di Iti e Neferu: scena di compianto ( Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
Tomba di Iti e Neferu: il sarcofago ( Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
Tomba di Iti e Neferu: la coppia dei defunti con le offerte ( Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
Tomba di Iti e Neferu: la macellazione rituale ( Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
Tomba di Iti e Neferu: la coppia dei defunti con le offerte ( Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
Tomba di Iti e Neferu: il vitellino con la sua mamma ( Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
Tomba di Iti e Neferu: Iti con due arcieri ( Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
Tomba di Iti e Neferu: fabbricazione di pane e birra ( Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
Tomba di Iti e Neferu: Iti e artigiani ( Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
Tomba di Iti e Neferu: lotta di tori ( Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
Tomba di Iti e Neferu: Iti con levriero ( Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
Tomba di Iti e Neferu: nave ( Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
Tomba di Iti e Neferu: trasporto di grano ( Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
Tomba di Iti e Neferu: asino e capride ( Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
Tomba di Iti e Neferu: gru e pellicani ( Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
Tomba di Iti e Neferu: falegname e asino ( Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
Tomba di Iti e Neferu: asini con sacchi ( Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
Tomba di Iti e Neferu: asino con sacchi e asinaio ( Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
Tomba di Iti e Neferu: reclute in esercitazione ( Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
Tomba di Iti e Neferu: Iti davanti a un levriero ( Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
Tomba di Iti e Neferu: resti di due figure ( Primo Periodo Intermedio - 2118/1980 a.C. - Gebelein)
Un ricco corredo funerario costituito da numerosissimi oggetti è stato trovato nel cortile, nelle camere e nel corridoio.

vasi e scodelle in terracotta trovati nella Tomba di Iti e Neferu
E' anche stato ritrovato intatto il pozzo che conteneva un sarcofago in legno con la defunta, probabilmente Neferu, che secondo le indagini avrebbe avuto tra i 30 e i 50 anni.
Faceva parte del suo corredo uno specchio con manico in legno, una spatola dentellata in avorio, e le perline azzurre in faience di una collanina, vasi in terracotta, conchiglie e un unguentario a forma di bicchiere in alabastro.

resti di Neferu e del suo corredo
disegno degli oggetti rinvenuti nella tomba
Procedendo nel percorso troviamo esposto il sarcofago e parte del corredo rinvenuti nella Tomba di Ini (Primo Periodo Intermedio - X Dinastia), guardasigilli, governatore provinciale, e capo dei sacerdoti del tempio di Sobek.

sarcofago, statua di Ini e corredo della Tomba di Ini (Primo Periodo Intermedio - X Dinastia)
Il sarcofago in legno porta disegnati da un lato due occhi, che sarebbero serviti al defunto coricato su un fianco per poter guardare le offerte deposte davanti a lui.
Una statua in legno rappresenta Ini.
Facevano parte del corredo numerosi modellini di sacchi per sementi (circa 300), inservienti al lavoro, barche e granaio.

modellini di sacchetti per sementi, barche, inservienti al lavoro (Primo Periodo Intermedio - X Dinastia)
Importati in questo periodo sono anche le tavole d'offerta e le steli in pietra che perpetuano il ricordo del defunto riportandone oltre che una formula funeraria, la sua immagine, il nome e i titoli.

steli e tavole d'offerta
La sala espone reperti del Medio Regno, periodo storico il cui inizio caratterizzato dalla riunificazione dell'Egitto (1980 a.C.) sotto il faraone della XI Dinastia Montuhotep II, e che termina nel 1700 a.C. (XIII Dinastia).

Molti dei reperti provengono da Assiut, e la Tomba di Shemes ne è un esempio.
La tomba del funzionario Shemes e di una donna chiamata Rehuerausen (forse sua moglie), fu scoperta intatta nel 1911.
Facevano parte del corredo tre modellini di navi in terracotta e due statue rappresentanti il defunto.

Tomba di Shemes (Primo Periodo Intermedio/Medio Regno - XI/XII Dinastia - 2050/1947 - Assiut)
Sulla parete della sala sono appese alcune steli: la stele falsaporta di Hornakht (Medio Regno - XII Dinastia -  1939/1759 a.C.), ciambellano e figlio di Mera, la stele famigliare del sacerdote Qemnen e la moglie Henut (Medio Regno - XI Dinastia - 1980/1939 a. C.), la stele funeraria di Horhemakht figlio di Khety,...

stele falsaporta di Hornakht (Medio Regno - XII Dinastia -  1939/1759 a.C.)
stele famigliare del sacerdote Qemnen e della moglie Henut (Medio Regno - XI Dinastia - 1980/1939 a. C.)
stele funeraria di Horhemakht figlio di Khety
Sono esposti in questa sala modellini di imbarcazione e di uomini intenti alle loro loro attività, rinvenuti nelle tombe di questo periodo storico.

modellino d'imbarcazione con rematori e sarcofago (Medio Regno - 1980/1700 a.C. )
modellino di granaio con figure che svuotano sacchi sotto il controllo di uno scriba (Medio Regno - XII Dinastia - 1980/1760)
Provengono dalla tomba di Minhotep gli oggetti e le statue (tranne la più grande appartenuta a  Djefahapi), racchiusi in un'unica teca della sala.
Le statue rappresentavano il ka del defunto, la personificazione della sua anima.

sarcofago di Menhotep (Medio Regno - XII Dinastia - 1939/1835 a.C. - Assiut)
statue di Minhotep (quella a destra di Djefahapi) rappresentanti il ka del defunto (Medio Regno - XII Dinastia - 1939/1835 a.C. - Assiut)
modellino di barca dalla Tomba di Menhotep (Medio Regno - XII Dinastia - 1939/1835 a.C. - Assiut)
modellini in legno dalla Tomba di Menhotep (Medio Regno - XII Dinastia - 1939/1835 a.C. - Assiut)
Vengono raccolte in un'unica teca gli oggetti del corredo di sepolture femminili, il necessario per prendersi cura del corpo:cassette per i cosmetici, pettini, vasetti per unguenti,  spatole in osso, specchi in bronzo.

oggetti del corredo di sepolture femminili
I sarcofaghi esposti mostrano una ricchissima decorazione che comprende oltre la rappresentazione degli occhi (udjat), anche testi funerari, formule d'offerta e raffigurazioni di offerte.

sarcofaghi di Mereru (Medio Regno - XII Dinastia)
particolare del sarcofago con "Testo del sarcofago" e "Orologio Stellare Diagonale"
particolare del sarcofago con "Testo del sarcofago" e "Orologio Stellare Diagonale"
Nelle tombe di Assiut sono stati ritrovati papiri con formule per proteggersi dai serpenti o curarsi gli occhi o estrarre le spine dei pesci, statuette che rappresentano ippopotami, le cui zampe erano spezzate  per neutralizzare la loro energia prima di essere messe nelle tombe e figurine femminili usate nei rituali di protezione.

papiro con formule per proteggersi dai serpenti, curare gli occhi, estrarre le spine di pesce (Medio Regno - XI/XIII Dinastia - 1980/1700 a.C.)
figurine femminili in argilla per rituali di protezione
statuette di ippopotami in faience (Medio Regno - XI/XIII Dinastia - 1980/1700 a.C.)
Durante la XII Dinastia a Qau el-Kebir furono costruite da tre governatori provinciali (Uahka I, Ibu e Uahka II) le loro tombe monumentali, quasi dei templi.

disegno delle tombe dei governatori di Qau el-Kebir
Da queste tombe provengono i frammenti di statue e di rilievi qui esposti.

frammento della statua di monarca della Tomba di Ibu (Medio Regno - XII Dinastia - 1900/1850 a.C.)
frammenti di rilievi della Tomba di Ibu e frammento di sarcofago della Tomba di Uahka II (Medio Regno - XII Dinastia - 1900/1850 a.C.)
frammento della statua della Cappella di Uahka II
statua del governatore Uahka (Medio Regno - XIII Dinastia - circa 1760 a.C. - Cappella di Uahka II)
In questo periodo i funzionari provinciali hanno lasciato testimonianza della loro presenza tramite statue private che li ritraevano.

statue private
Hathor era la dea patrona di Gebelein.
Il suo culto risale al Medio Regno, e continuò sino in epoca greco-romana.
Sulla collina del sito furono ritrovati i resti del tempio a lei dedicato e della sua posteriore fortificazione in mattoni.

reperti dal Tempio di Hathor
reperti dal Tempio di Hathor
mattoni con il doppio cartiglio di Menkheperra, gran sacerdote di Amon, e di sua moglie Asetemkheb (Terzo Periodo Intermedio - XXI Dinastia - 1050/100 a.C. - Gebelein)
A questo punto del percorso di visita gli oggetti esposti appartengono al Nuovo Regno (XVIII/XX Dinastia - 1539/1076 a.C.), periodo storico in cui il paese si riunisce nuovamente: i faraoni della dinastia tebana sottraggono agli Hyksos il controllo dell'Egitto del nord.

Sono esposti i due sarcofaghi provenienti da un tomba tebana, la Tomba di Djehutymes, alto funzionario amministratore dei beni del tempio di Amon-Ra a Karnak, e di sua moglie Aset.

coperchio del sarcofago di Djehutymes (Nuovo Regno - XIX Dinastia - 1279/1213 a.C.)
coperchio del sarcofago mummiforme di Aset, cantatrice di Amon, e moglie di Djehutymes (Nuovo Regno - XIX Dinastia - 1279/1213 a.C.)

E' qui esposto anche il sarcofago antropoide di Puia, la cui mummia, che poggiava su un supporto a forma di scala, non è mai stata ritrovata.

sarcofago antropoide di Puia (Nuovo Regno - XVIII Dinastia - 1500/1450 a.C.)
Statue di sacerdoti e statue di devoti offerenti sono esposte in quest'ultima sala del secondo piano del museo.

statua di Aanen secondo sacerdote astronomo di Amon (Nuovo Regno - XVIII Dinastia - Tebe)
statua di Hapu, terzo sacerdote-lettore di Amon (Nuovo Regno - XVIII Dinastia - 1482/1458 a.C. - Tebe)
statua di "calvo di Hathor" (Nuovo Regno - XIX Dinastia - 1292/1190 a.C.)
frammento di statua di sacerdote dalla testa rasata (Nuovo regno - XVIII Dinastia - 1390/1353 a.C.)
statuetta di un dignitario che presenta un altare con testa di ariete (Nuovo Regno - XVIII Dinastia - 1390/1353 a.C.)
Sono esposti in questa sala alcuni ushebty, quelle statuette in terracotta o in faience, che dovevano sostituire nei lavori più umili il defunto nell'aldilà.
Il numero ideale di ushebty era 365, uno per ogni giorno dell'anno, ai quali venivano aggiunti dei sorveglianti (36, uno ogni 10 lavoratori).

ushebty
ushebty
ushebty
ushebty doppio e ushebty con mummia
Sono anche esposti i quattro vasi canopi (con le teste dei quattro figli di Horus), che contenevano gli organi del defunto (polmoni, fegato, intestini e stomaco).

vasi canopi
In una vetrina sono raggruppati alcuni oggetti provenienti dalla Tomba di Djehuty (che si trovava probabilmente a Saqqara, la necropoli di Menfi), governatore e braccio destro del sovrano.
Appartenevano a questo personaggio giare per unguenti con iscritte formule religiose e un modello di paletta da scriba.

giare per unguenti di Djehuty (Nuovo Regno - XVIII Dinastia - 1458/1421 a.C. )
modellino di paletta da scriba
Gli altri oggetti nella teca testimoniano i rapporti con altri paesi: alcuni vasi d'importazione, armi, un vaso con indicazione della sua capacità e con cartiglio di Tutmosi III, e un cubito (righello usato come unità di misura lineare), con il nome di Amenemope, sovrintendente di due granai.

armi di diversa provenienza
vasi d'importazione
cubito di Amenemope (in mostra una copia) e vaso con l'indicazione della capacità (Nuovo Regno - XVIII Dinastia - 1458/1425 a.C. - Saqqara)
cubito reale
Sono anche esposti frammenti di pitture parietali di cappelle funerarie e statuette del ka (rappresentante l'anima del defunto), che erano l'immagine tridimensionale delle steli funerarie.

statuette del ka e frammenti di pittura parietale della cappella funeraria
steli funerarie
stele di Salset, in adorazione della triade di Abydos: Osiride. Iside e Horus (Nuovo Regno - XVIII Dinastia - 1390/1353 a.C. - Abydos)
stele funeraria dedicata ad Atum e Osiride dallo scriba reale, sovrintendente dei granai del sud e del nord, Amenhotep (Nuovo Regno - XVIII Dinastia 1400/1353 a.C.)
stele funeraria di Djehutynefer, scriba del tesoro (Nuovo Regno - XVIII Dinastia - 1480/1400 a.C.)
stele di Sobeknakht, scriba dell'esercito e amministratore del tempio di Amon (Nuovo Regno - XVIII Dinastia - 1400/1350 a.C. )
stele di Djehutynefer, scriba del tesoro (Nuovo Regno - XVIII Dinastia- 1480/1400 a.C.)
stele del portastendardo Maienhelcau (Nuovo Regno - XVIII Dinastia - 1458/1425 a.C.)
stele del capo dei sacerdoti puri Ptaphmy (Nuovo Regno - XVIII Dinastia)
Una parte della sala è dedicata all'Epoca Armaniana e ad Amenhotep IV (1353/1336 a.C.) e all'introduzione di questo faraone del culto del disco solare, l'Aten, che soppiantò il culto ufficiale di Amon.

Amenhotep IV (Nuovo Regno - XVIII Dinastia - 1351/1334 a.C.)
Questo sovrano, che cambierà il suo nome in Akhenaten ("Colui che è utile all'Aten"), spostò la capitale da Tebe ad Amarna, dove costruirà nuovi monumenti con blocchi di calcare più piccoli (detti "talatat"), riutilizzati dai suoi successori quando il culto ufficiale ritornerà quello di Amon.

reperti di epoca armaniana
talatat
talatat
blocco di un edificio ad Amarna riutilizzato come stele funeraria (Nuovo regno - XVIII Dinastia - 1292/1290 a.C. - Ermopoli)
A questo punto si può percorrere lo scalone del palazzo per scendere al primo piano...la mia visita però prosegue nel successivo post che dedico al Museo Egizio di Torino.



http://www.museoegizio.it/
Orario: lunedì                      9.00/14.00
             martedì/domenica   9.00/18.30
Costo: 15€

CONCLUSIONI
E' difficile poter riportare notizie su tutti i singoli pezzi esposti nel museo, ma è altrettanto difficile attuare una scrematura per estrapolare i pezzi più importanti e interessanti.
Ho cercato quindi di proporre il materiale fotografico in mio possesso e riportare notizie su quel che potevo descrivere.
Spero solo di suscitare in voi interesse per questa civiltà antichissima e per la sua arte.

4 commenti:

Ramses II Junior ha detto...

The only thing missing are the room numbers to point to where to find the most interesting displays during the visit.
I used your great and detailed photo report before I went there in September 2019. Helped me greatly!

Raffaella ha detto...

Glad to have been of help!

Farfalla Legger@ ha detto...

Post molto interessante da rileggere parecchie volte. Mi permetto solo di precisare che la galleria sabauda non si trova nel palazzo ma nei musei Reali già dalla fine del 2014.
Vado a rileggere. Abbraccio.
PS conserverò il link per altre letture.

Raffaella ha detto...

Scusa per il ritardo nel risponderti...grazie per il commento e per l'informazione!

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