domenica 27 maggio 2018

Le Ninfee di Claude Monet: "La Cappella Sistina dell'Impressionismo"


Non è la prima volta che nei miei post parlo di Claude Monet ("Rouen: la cattedrale dipinta da Monet" e "Giverny: un giardino da dipingere"), uno dei più importanti pittori del movimento impressionista, che prende nome proprio da uno dei suoi capolavori: "Impression, soleil levant".

Impression, soleil levant (Claude Monet - 1827 - Musée Marmottan - Parigi)

Questa volta voglio portarvi nel luogo in cui si conservano alcune delle sue opere più famose: il Musée de l'Orangerie.

Siamo ancora a Parigi nel I° Arrondissement, nell'edificio nato come Orangerie des Tuileries, ovvero dove venivano ricoverati nella stagione fredda i vasi con le piante di agrumi (soprattutto aranci), che decoravano i giardini del Palais des Tuileries.
La costruzione era stata voluta da Napoleone III, e costruita nel 1852 nei giardini del Palais des Tuileries, il palazzo che sorgeva sulla riva destra della Senna, fatto costruire da Caterina de' Medici nel XVI secolo e distrutto da un incendio nel 1871 durante il periodo della Comune di Parigi.
Jardin des Tuilierie
L'Orangerie fu edificata in solo quattro mesi da Firmin Bourgeois e Louis Visconti (colui che si occupò di prolungare il Palazzo del Louvre).

Questo grande edificio a forma di parallelepipedo era dotato di una vetrata per dare luce e tepore alle piante, che si estendeva per tutta la lunghezza della facciata sud, rivolta verso la Senna.

Orangerie (facciata settentrionale)
La facciata settentrionale, rivolta verso Rue de Rivoli, era invece cieca per proteggere le piante dai venti provenienti da Nord.

Sui lati corti est ed ovest della costruzione si trovavano due ingressi con porte monumentali affiancate da colonne che richiamavano quelle del Palais des Tuileries, e frontoni con soggetti agresti (cornucopie, spighe, piante), opera dello scultore Charles Gallois-Poignant.

L'edificio assolse la funzione di serra per agrumi fino al 1922.
Dopo il Secondo Impero, divenuto proprietà dello Stato, ospitò mostre canine, manifestazioni patriottiche, eventi sportivi, rappresentazioni teatrali.
Durante la Prima Guerra Mondiale divenne un magazzino per attrezzature militari e alloggio per soldati infermi.

In occasione dell'Armistizio dell'11 novembre 1918, Claude Monet offrì alla Francia una delle più vaste realizzazioni monumentali della pittura della prima metà del Novecento: le Nymphéas.

Nuvole
Tramonto


Riflessi verdi
Mattino























Riflessi d'alberi
I due salici
Mattino chiaro con salici
Mattino con salici



L'opera di Monet voleva rappresentare un monumento alla Pace che mettesse la parola fine alla Guerra, ma allo stesso tempo rappresentasse la pace interiore dell'uomo.

Si tratta di otto pannelli dipinti su tela, tutti della stessa altezza (1,97m), ma di diversa lunghezza (in totale 100m).
                            Un'opera di 200mq!!
PRIMA SALA:

LE NUVOLE (1915/1926) - muro NORD






RIFLESSI VERDI (1915/1926) - muro EST





MATTINO (1915/1926) - muro SUD









TRAMONTO (1915/1926) - muro OVEST




                                                                             _______

SECONDA SALA

MATTINO CON SALICI (1915/1926) - muro NORD






I DUE SALICI  (1915/1926) - muro EST








MATTINO CHIARO CON SALICI (1915/1926) - muro SUD









RIFLESSI D'ALBERI (1915/1926) - muro OVEST







Le piante delle ninfee hanno ispirato circa 300 dipinti di Monet, tra i quali 40 pannelli di grandi dimensioni e tre arazzi.
Il termine "Ninfea" deriva dalla parola greca "Numphé" = "Ninfa".
Infatti nella mitologia greca la nascita di questo fiore derivererebbe da una ninfa morta d'amore per Ercole.
Queste opere hanno impegnato per numerosi anni l'artista nella sua casa di Giverny in Normandia (dove si era trasferito nel 1883), nel giardino da lui stesso creato, con uno specchio d'acqua popolato da queste affascinanti piante acquatiche, da romantici salici piangenti e attraversato da un ponte di legno in stile giapponese.
Per trent'anni Monet posò il suo cavalletto nel suo giardino incantato ritraendo i mutevoli ritmi delle stagioni e del tempo, dal mattino ad oriente al tramonto ad occidente.

Giardino della casa di Monet a Giverny
Giardino della casa di Monet a Giverny
Giardino della casa di Monet a Giverny
Giardino della casa di Monet a Giverny
Giardino della casa di Monet a Giverny
Giardino della casa di Monet a Giverny
Monet alternava momenti di pittura in plein air, basati sull'osservazione diretta, a momenti di lavoro nel grande atelier appositamente costruito, basati sul ricordo.

Monet dipinge le Ninfee in plein air
Monet nel suo giardino di Giverny
Monet nell'atelier delle Ninfee
Le sue composizioni realizzate nel giardino di Giverny si possono dividere in due gruppi:
- quelle che raffiguravano le rive dello specchio d'acqua e la loro fitta vegetazione
         - Bacini di Ninfee (1899/1900)
         - Ponti giapponesi (dipinti in altri anni)
- quelle che raffigurano solo lo specchio d'acqua e la sua punteggiatura fatta di fiori e di riflessi
        - Paesaggi d'acqua (1903/1908)

Le composizioni non presentano una prospettiva
In esse non si identifica un orizzonte, un alto e un basso.
Interessante è inoltre notare l'assenza di figure umane.
La sola natura qui ritratta, composta da fiori di ninfee e acqua in cui si riflettono alberi, rami di salici e nuvole, crea come lo stesso Monet affermava:
"l'illusione di un tutto senza fine, un'onda senza orizzonte e senza sponde".
In questa sorta di fregio panoramico senza interruzioni, che sembra avvolgere lo spettatore, il visitatore guarda il giardino dall'interno dell'opera e non come uno spettacolo da lontano.

II Sala delle Ninfee
Per questo le Ninfee furono allestite in due sale ellittiche, costruite appositamente nell'Orangerie.
Le due sale disegnano in pianta a loro volta il segno matematico d'infinito ().

progetto di Monet messo in opera dall'architetto Camille Lefèvre
Fu lo stesso Monet a curare il progetto dell'allestimento di queste sue opere, mentre l'architetto Camille Lefèvre a realizzarlo. 
Il sito gli era stato proposto dall'amico e uomo politico di idee repubblicane Georges Clemenceau.

busto di Georges Clemenceau (Auguste Rodin - 1911 - Musée de l'Orangerie)
I 500mq occupati dalle Ninfee nella metà orientale dell'Orangerie ricevevano la sola luce naturale dal soffitto, e le sale erano precedute da un vestibolo, completamente vuoto, che fungeva da pronaos.

vestibolo non più esistente
Ma Monet non vide l'apertura al pubblico di questo sito museale, che fu aperto nel 1927 solamente alcuni mesi dopo la morte dell'artista.
Inoltre le Ninfee non trovarono inizialmente il loro pubblico, orientato invece verso l'arte proposta dalle Avanguardie (Fauvismo, Cubismo, Dadaismo, Futurismo, Surrealismo).

Monet venne riscoperto dopo la fine dell'ultimo conflitto mondiale, e nel 1952 il pittore surrealista francese André Masson definì l'Orangerie:
 
"La Cappella Sistina dell'Impressionismo".

Durante la Seconda Guerra Mondiale il tetto della seconda sala e una composizione furono colpiti dai bombardamenti.
Quando poi il museo si arricchì della Collezione Jean Walter e Paul Guillaume, per far posto agli allestimenti delle opere il progetto voluto da Monet per le sue Ninfee fu stravolto: venne distrutto il vestibolo, e le sue opere vennero private della luce naturale (vi si costruì infatti sopra un ulteriore piano espositivo).
Oggi, dopo un periodo di chiusura durato alcuni anni (2000/2006), il museo dell'Orangerie è stato riportato al progetto voluto da Monet, e le sue Ninfee godono nuovamente dell'illuminazione naturale proveniente dal soffitto.
nuovo allestimento interno del museo

http://www.musee-orangerie.fr
Orario: mercoledì/lunedì    9.00/18.00
Costo: 9€
           16€ biglietto cumulativo Musée de l'Orangerie + Musée d'Orsay
GRATIS la prima domenica del mese
audioguide in italiano comprese nel biglietto
audioguide mostre temporanee 5€ (in inglese o francese)


CONCLUSIONI
Il Musée de l'Orangerie è una tappa importante nella conoscenza di Monet e dell'Impressionismo, un luogo unico sia da parte della conservazione delle Ninfee, sulle quali l'artista lavorò instancabilmente per molti anni, ma anche per l'interpretazione di quest'opera monumentale che Monet voleva che si cogliesse, che difficilmente si potrebbe capire in un classico allestimento museale.
Inoltre il museo rappresenta, con l'esposizione delle Collezioni Jean Walter e Paul Guillaume, la testimonianza della creazione artistica a Parigi dalla fine del XIX secolo all'inizio del XX secolo.