sabato 12 maggio 2018

Roma: Piazza della Rotonda


Dopo aver dedicato due post al Pantheon, il monumento di Roma di epoca romana meglio conservatosi grazie alla sua trasformazione in chiesa cristiana, passo ora a descrivere la piazza che sorge antistante: Piazza della Rotonda.

La piazza prende il nome proprio dal Pantheon (il tempio romano trasformato nel VII secolo d.C. in chiesa), anche chiamato la "Rotonda" per la sua forma (e dagli abitanti di Roma la "Rotonna").
 
facciata del Pantheon in Piazza della Rotonda
Il Pantheon occupa il lato meridionale della piazza.
Il tempio in epoca romana si affacciava su una piazza rettangolare (più lunga di quella attuale), porticata su tre lati con colonne di granito grigio e pavimentata con lastre di travertino.

In epoca imperiale, dove oggi si trova la fontana, si ergeva un arco trionfale (II secolo d.C.) .
L'arco era  noto in epoca medievale come Arco della Pietà (Arcus Pietatis) per la raffigurazione di uno dei sui rilievi marmorei, così interpretata: una vedova genuflessa davanti a Traiano, che chiedeva giustizia per il figlio assassinato, e la condanna dell'uccisore da parte dell'imperatore.
Lo credeva anche Dante Alighieri che nella Divina Commedia (nel girone dei Superbi), alludendo al monumento da lui visto a Roma, così ne parla:
"Quivi era storiata l’alta gloria
del roman principato il cui valore
mosse Gregorio a la sua gran vittoria;
i’ dico di Traiano imperatore;
e una vedovella lì era al freno,
di lacrime atteggiata e di dolore."
                                                   (Purgatorio,  X – 73-78)
Ma gli studiosi sono più propensi a identificare Augusto come l'imperatore rappresentato e vedere nella donna una Cleopatra in atto di sottomissione.

Fu il Papa Alessandro VII nel Seicento a volere la demolizione dei resti dell'arco perché ormai fatiscente.
Sin dal medioevo la piazza antistante il Pantheon era occupata dai banchi del mercato ittico e ortofrutticolo.
veduta seicentesca con banchi del mercato
veduta settecentesca della Piazza della Rotonda con banchi del mercato
A partire da Sisto V fino al Seicento i possessori della piazza erano i papi, che guadagnavano denaro affittando il suolo agli ambulanti.
L'incuria della piazza, dovuta ai rifiuti che si accumulavano grazie al mercato, era tacitamente permessa.
Alcuni papi cercarono di porre fine a questo degrado che coinvolgeva anche il pronao dell'antico tempio, bonificando l'area da osterie e luoghi malfamati.
Tra questi vi fu Pio VII, come riporta un'iscrizione in latino affissa sull'edificio di fronte al Pantheon:

iscrizione dedicata a Pio VII sulla facciata di un palazzo di Piazza della Rotonda

PIUS VII PONT. MAX. AN. PONTIFICATUS SUI XXIII
AREAM ANTE PANTHEON M. AGRIPPAE
IGNOBILIBUS TABERNIS OCCUPATAM
DEMOLITIONE PROVIDENTISSIMA
AB INVISA DEFORMITATE VINDICAVIT
ET IN LIBERUM LOCI PROSPECTUM PATERE IUSSIT  
("Papa Pio VII nel XXIII anno del suo regno, a mezzo di un assai provvida demolizione, rivendicò dall'odiosa bruttezza l'area davanti al Pantheon di M.Agrippa da ignobili taverne e ordinò  che la visuale rimanesse libera in luogo aperto")
Pio VII fece anche pavimentare la piazza con i "sampietrini" nel 1823.

In epoca medievale, come ornamento della piazza, erano stati posti di fronte al Pantheon le statue in granito grigio scuro di due leoni accovacciati e due vasche in porfido.

I leoni egizi realizzati per decorare il Tempio del dio Thot a Ermopoli Parva durante il regno di Nectanebo (360/343 a.C.), erano stati portati in epoca imperiale a Roma, per decorare in epoca flavia l'Iseo Campense (il tempio dedicato a Iside che sorgeva dove oggi si trova la Chiesa di S.Maria sopra Minerva) o posti davanti al Pantheon in epoca augustea o adrianea.
Furono poi ritrovati nel XV secolo sotto il pontificato di Eugenio IV che li fece sistemare sulla Piazza della Rotonda.
Successivamente furono posti al di sopra di piedistalli da Clemente VII.
Dopo essere stati spostati sotto il pronao, andarono a far parte (con altri due provenienti dal Laterano), della Fontana del Mosè in Piazza S.Bernardo, mostra terminale dell'Acquedotto Felice, fatta costruire nel 1587 da Papa Sisto V ed opera di Domenico e Giovanni Fontana.

Fontana del Mosè
Nel 1839 i leoni per volere di Gregorio XVI furono sostituiti da altri realizzati in bardiglio da Adamo Tadolini e gli originali sono conservati oggi ai Musei Vaticani nel Cortile della Pigna (alla base della Terrazza del Nicchione).

copia di un leone di Nectanebo posta nella Fontana del Mosè (Adamo Tadolini)
Leoni di Nectanebo (360/343 a.C. - Cortile della Pigna - Musei Vaticani)
Leone di Nectanebo (360/343 a.C. - Cortile della Pigna - Musei Vaticani)
Quando le vasche in porfido rosso d'Egitto furono rimosse dalla piazza, una di queste fu fatta portare da Benedetto XIV nella Basilica di S.Giovanni in Laterano e utilizzata come sepolcro di papa Clemente XII Corsini, suo predecessore.

monumento funebre di Papa Clemente XII con vasca/sarcofago romana (Cappella Corsini - Basilica di S.Giovanni in Laterano)
Secondo Flaminio Vacca la vasca/urna avrebbe contenuto nel Pantheon le ceneri di Marco Vipsanio Agrippa.
La fontana posta al centro della piazza ha subito rifacimenti rispetto a quella originale.

Fontana di Piazza della Rotonda
Nel 1575 Papa Gregorio XIII Drago Boncompagni fece progettare da Jacopo Della Porta e scolpire da Leonardo Sormani una fontana da porre al centro della piazza.
La fontana venne alimentata con le acque provenienti dall'Acquedotto Vergine (terminato da Aprippa nel 9 a.C. e ancora oggi in funzione per alimentare alcune fontane), da poco fatto restaurare dal Papa.
I marmi utilizzati per la realizzazione di questa fontana, come anche quelli delle fontane a Piazza Navona e a Piazza Colonna, provenivano dalle rovine di Porto.

La fontana era composta da una vasca in marmo africano bigio mistilinea: un quadrato con semicerchi al centro di ogni lato.
In mezzo ad ogni semicerchio vi era un mascherone grottesco in marmo lunense, sorretto da un drago (simbolo della famiglia del pontefice), affiancato da due delfini e poggiante su una valva di conchiglia.

mascheroni con delfini, valva di conchiglia e sul retro (come si vede nel mascherone sullo sfondo) il drago simbolo araldico di papa Gregorio XIII Drogo Boncompagni
mascherone della fontana di Piazza della Rotonda
I mascheroni, attribuiti a Giacomo Silla Longhi e a Simone Moschino, erano simili a quelli dei capitelli voluti da Michelangelo per il Palazzo dei Conservatori al Campidoglio, e ai quattro mascheroni che in un primo momento erano stati pensati (ma poi mai realizzati per problemi economici), per la Fontana del Nettuno a Piazza Navona (rimasta disadorna fino al 1878).
mascherone della fontana di Piazza della Rotonda
Questi mascheroni furono inspiegabilmente tolti nel 1880 e sostituiti da copie nel 1886 realizzate da Luigi Amici.
Queste decorazioni, dopo essere state portate a Villa Borghese, sono oggi conservate nel Museo di Roma.

L'acqua zampillava dai mascheroni e da un catino posto su un candelabro di marmo nel centro della vasca.
La vasca poggiava su quattro gradini in travertino che ricalcavano la sua forma.
Vi era anche un parapetto, opera di Andrea Lucchesini, fatto togliere poi da papa Alessandro VII nel 1662.
Nel 1711 Clemente XI Albani volle modificare la fontana.
fontana di Piazza della Rotonda
particolare della fontana di Piazza della Rotonda
La fontana venne ampliata e rialzata la base della fontana, che per compensare il diverso livello della piazza, aveva cinque gradini nella parte rivolta verso il Pantheon e due gradini dalla parte opposta.

base della fontana con cinque gradini verso il Pantheon (a sinistra della foto) e due scalini dalla parte opposta (a destra della foto)
Inoltre venne eliminato il catino centrale e sostituito con una composizione scultorea di rocce e delfini (opera di Vincenzo Felici, Lorenzo Ottoni e Francesco Pincellotti), al di sopra della quale, ispirandosi alla berniniana Fontana dei Fiumi di Piazza Navona, Filippo Barigioni posizionò un obelisco egizio.

composizione centrale della fontana di Piazza della Rotonda
composizione centrale della fontana di Piazza della Rotonda
composizione centrale della fontana di Piazza della Rotonda
particolare della composizione centrale della fontana di Piazza della Rotonda con delfino che getta acqua
Venne prelevato per questo l'obelisco egizio che si ergeva nella vicina Piazza S.Macuto (per questo viene detto "Macuteo"), dove era stato posizionato dal XVI secolo.

obelisco di Ramesse II della fontana di Piazza della Rotonda
Questo piccolo obelisco, ritrovato nel 1373, si pensa abbia ornato, insieme ad altri rinvenuti nel quartiere, il viale monumentale (dromos) dell'Iseo Campense, che aveva inizio a Piazza S.Macuto.

L'obelisco in granito rosso (1300/1234 a.C.), che andò a far parte della fontana di Piazza della Rotonda, proveniva dal Tempio del Sole ad Heliopolis e portava l'iscrizione di Ramesse II.
Gli altri obelischi andarono a decorare altre piazze o monumenti:
- quello che sormonta l'elefantino berniniano di Piazza della Minerva porta il cartiglio del faraone Apries (VI secolo a.C.) che lo fece erigere a Sais
obelisco di Apries posto sull'elefantino del Bernini in Piazza della Minerva
- quello che compone il Monumento ai Caduti di Dogali (Viale delle Terme di Diocleziano) proveniente da Heliopolis è di Ramesse II e fu rinvenuto vicino alla Chiesa di S.Ignazio
Monumento ai Caduti di Dogali (Viale delle Terme di Domiziano)
- quello portato nei Giardini di Boboli a Firenze, dopo essere stato a Villa Medici a Roma, è di Ramesse II e proviene anche questo da Heliopolis
- quello che si può vedere davanti al Palazzo Ducale di Urbino (composto dai frammenti di due o tre obelischi) è di Apries.

L'obelisco, alto 6,34m, portato forse a Roma da Domiziano, poggiava su un dado trapezoidale con iscrizione dedicatoria di Clemente XI e stemma Albani replicato su due lati.

iscrizione dedicatoria di Clemente XI sulla fontana di Piazza della Rotonda
stemma di Clemente XI Albani sulla fontana di Piazza della Rotonda
Al di sopra dell'obelisco furono posti i simboli araldici della famiglia Albani (i monti e la stella) e una croce in bronzo. 

obelisco della fontana sormontato dai simboli araldici di papa Clemente XI Albani (monti e stella) e la Croce
Nel 1804 la fontana fu restaurata da papa Pio VII Chiaromonti, come riportato sotto lo stemma Albani della fontana.

iscrizione del restauro effettuato nel 1804
La recinzione in ferro che aveva circondato la fontana venne eliminata dal Comune nel 1928.

Nella piazza, ad un paio di metri dalla fontana, si trova anche uno dei più antichi "nasoni" (fontanelle con acqua potabile) della città.

"nasone" davanti alla fontana di Piazza della Rotonda
La piazza è circondata da palazzi settecenteschi.
Al N° 63 della piazza, dove inizia Via del Pantheon, si trova un edificio che ospita il quattrocentesco "Albergo del Sole" uno dei più antichi alberghi della città ancora aperti.

Albergo del Sole
La più antica testimonianza legata all'albergo risale al 1467, quando ospitò gli armigeri al seguito dell'imperatore Federico III d'Asburgo.
All'epoca l'albergo era chiamato "Locanda del Montone" (nome che ebbe fino al 1613), e il suo ingresso si trovava su Via degli Orfani.
L'albergo venne anche scelto dai cavalieri del seguito di Borso d'Este, giunto a Roma nel 1471 per essere dal papa incoronato duca di Ferrara.
Tra gli illustri personaggi che vennero ospitati tra queste mura vi furono anche:

- Ludovico Ariosto, che qui soggiornò nei mesi di marzo e aprile del 1513. In testimonianza di ciò sulla facciata dell'albergo è stata posta un'iscrizione nel 1912 con uno stralcio della Terza Satira indirizzata al cugino Annibale Malaguzzi:
"INDI COL SENO E CON LA FALDA PIENA DI SPEME, MA DI PIOGGIA MOLLE E BRUTTO, LA NOTTE ANDAI SIN AL MONTONE A CENA"
iscrizione sulla facciata dell'Albergo del Sole che ricorda il soggiorno di Ludovico Ariosto
- Giuseppe Balsamo, più noto come Conte di Cagliostro, che occupava la stanza N°6, e che qui venne arrestato nel 1768 per aver percosso un servo

- Pietro Mascagni, che come riporta un'altra iscrizione fatta porre dal Comune sulla facciata nel 1963, in occasione del centenario della nascita del musicista, riporta:
"IN QUESTO ALBERGO DAL NOME AUGURALE PIETRO MASCAGNI VOLLE SOGGIORNARE NEL MDCCCXC NELL'ANSIOSA VIGILIA DELL'AMBITO RICONOSCIMENTO CHE SEGNO' IL TRIONFO DELLA CAVALLERIA RUSTICANA"
iscrizione sulla facciata dell'Albergo del Sole che ricorda il soggiorno di Pietro Mascagni
 ...e in tempi più recenti l'albergo ha ospitato Jean Paul Sartre e Simone De Beauvoir.

Guardando le facciate degli edifici della piazza si viene colpiti anche dalla "Madonnella" settecentesca di grandi dimensioni che occupa due piani del caseggiato.

"Madonnella" di Piazza della Rotonda
L'immagine sacra dell'Immacolata è circondata da una cornice in stucco bilobata nella parte superiore, dove è decorata con una colomba divina tra tralci e volute.

"Madonnella" di Piazza della Rotonda
 Un'iscrizione inserita in un cartiglio decorato con gigli, riporta alcuni versetti in latino tratto dal Cantico dei Cantici attribuito a re Salomone:
"TOTA PULCHRA ES, AMICA MEA ET MACULA NON EST IN TE"
               ("Sei tutta bella, amica mia, e nessuna macchia è in te").
dedica della "Madonnella" di Piazza della Rotonda tratta dal Cantico dei Cantici
Si deve a papa Pio VII la pavimentazione della piazza con i "sampietrini", realizzata nel 1823.
Prima del 1906, per circondare di silenzio la Chiesa di S.Maria ad Martyres, il selciato della piazza veniva ricoperto da segatura, per attutire il rumore causato dal passaggio di carri e cavalli.
Successivamente la piazza fu lastricata in legno con parallelepipedi lignei provenienti dalle foreste argentine, dono di una comunità di Italiani di Buenos Aires, che volle circondare di religioso silenzio le Tombe Reali custodite nel Pantheon.
iscrizione che ricorda la pavimentazione in legno della piazza
Nel 1950 la piazza venne asfaltata.
Oggi si può passeggiare di nuovo sui "sampietrini", zigzagando tra i turisti che da ogni parte del mondo vengono a visitare Roma e il Pantheon, uno dei suoi monumenti più rappresentativi.



CURIOSITÀ: la Piazza della Rotonda è posta al più basso livello dell'abitato di Roma (13,40m s.l.m.), e per questo è stata soggetta alle piene del Tevere fino alla costruzione degli ottocenteschi muraglioni.


CONCLUSIONI
Questa antica e famosissima piazza di Roma si trova all'incrocio di tre rioni della città: Rione Sant'Eustachio, Rione Pigna e Rione Colonna.
Sempre affollata, sia di giorno che di notte, è il punto di ritrovo di turisti e Romani che qui si godono l'amenità del sito seduti ai tavolini di bar e ristoranti che occupano i pianterreni degli edifici che la circondano, o seduti su gli scalini della fontana a scaldarsi coi raggi del sole primaverile.
Sicuramente il mattino presto o la tarda notte sono comunque i momenti migliori per apprezzarne la sua bellezza.

Piazza della Rotonda by night

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